venerdì 23 maggio 2008
L'uomo non separi ciò che Dio ha congiunto
giovedì 22 maggio 2008
Abbiate sale in voi stessi
mercoledì 21 maggio 2008
Chi non è contro di noi è per noi
(Marco 9,38-40)
martedì 20 maggio 2008
Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo
Essere bambini significa conservare gelosamente la sana ingenuità, la purezza e la semplicità che garantiscono un vero distacco nei confronti di tutto ciò che inquina le nostre anime. La sete di supremazia e di potere in primis, ci rende in continua lotta con chi invece dovremmo amare più di ogni altra cosa: "Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti”, ma è estremamente difficile starsene in coda, all'ombra di tutti ed esserne felici, a volte quasi impossibile perchè non riusciamo ad annullare per prima cosa Noi Stessi a vantaggio della Sua parole e della Sua volontà. Chi accoglie un bambino nel mio nome accoglie me, chi si presenta a Lui nelle vesti di un bambino sarà accolto perchè avrà in cuore il Padre e l'accettazione totale della sua volontà... "ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore, ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili".
lunedì 19 maggio 2008
Aiutami nella mia incredulità
(Marco 9,14-29)
Quanto è importante la preghiera! Specialmente se accompagnata da una fede e da un “credo” ben saldi, diventa l’unico mezzo per scacciare ogni sorta di demoni. Riuscire a pregare non è un’impresa facile, richiede molta serenità, concentrazione ed uno slancio verso l’alto che permetta di dirigere le nostre intenzioni e i nostri dialoghi verso l’Interlocutore. Molte volte chiediamo grazie e miracoli immediati rimanendo delusi, poi, dalla mancata risposta, dimenticando che le nostre domande sono accompagnate, molte volte, dall’incredulità, e non da quella fede che deve renderci pazienti per non finire mai di sperare. Tutto è possibile per chi crede, e per chi s’impegna nella Vera preghiera e di essa ne fa arma e scudo contro tutti i demoni che quotidianamente s’impadroniscono del nostro corpo e delle nostre volontà. Signore aiutami nella mia incredulità!
domenica 18 maggio 2008
Chi cerca trova, ma chi ha voglia di farsi trovare semplifica la ricerca.
Vivevo normalmente questa mia vita fatta di lavoro, abitudini mondane, uscite con amici, bicchieri e musica anche se regnava in me un senso d’insoddisfazione, un continuo sentirmi fuori luogo, fuori posto senza arte ne parte e nonostante il mio accettabile inquadramento “economico-sociale” in me era insito un malessere: Che cosa farne Dei Miei Giorni?
Molto spesso mi soffermavo come ad un bivio e li stavo impassibile di fronte a mille possibilità, in realtà poche, che avrebbero potuto rapirmi e condurmi altrove.
Nel gennaio del 2007 ho avuto una di queste pause e ho tirato le somme più che in ogni altro momento passato con l’aiuto di un’analisi, a modo mio, sullo stato delle cose, sull’effettiva sostanza della vita. Ho semplificato tutto e a furia di pensare e ridurre al minimo il senso della mia vita sono sprofondato nell'abisso, in un buco nero senza via di fuga che da un lato mi ha fatto comprendere molte cose dall'altro ha corroso parte di me segnandola per sempre... anche positivamente, perdendo interesse per il lato materiale della vita, comprendendo che la volontà può abbattere molti problemi creati dall’ignoranza e dalla superbia, maturando la convinzione che l’uomo tende, per natura, a complicarsi l’esistenza, quando essa può essere resa più semplice, giungendo alla conclusione che il tesoro da ricercare e al quale si deve ambire è ben diverso da tutto ciò che materialmente luccica, con la consapevolezza che fino allora avevo cacciato in luoghi proibiti nei quali l’aridità sovrastava; non era lì che si celava il mio tesoro. Quelle sere, le ricordo, buie e terrificanti, avevo di fronte solo la morte come unica meta della vita, la tomba come muto scrigno di ciò che eravamo stati, chiedevo aiuto a Dio e ricordo che iniziai a pregare a rivolgere domande con richieste di risposte immediate, come se la mia preghiera fosse stata una “bacchetta magica”.
Passarono i giorni, il grigio e con essi La Voglia di Avere La Risposta, non pensavo più alle questioni proposte, amareggiato del fatto che mai avrei avuto un riscontro atteso. Certo allora non comprendevo tante cose, che quei tempi erano i miei e non quelli Suoi, non sapevo che il suo kairos e il mio kronos hanno in comune solo la “sostanza”, l’essere tempo, ma erano differenti nelle forma che addirittura scompare nella dimensione infinita del primo. Continuai la mia vita come sempre senza uno scopo, vivendo alla giornata, dimenticandomi di Dio che glorificavo, in ogni caso, a modo mio e apparentemente, nei giorni di festa e con qualche fredda preghiera la sera. Lui, evidentemente, non aveva gettato la spugna, tramava per me, progettava “dirige i passi dell’uomo e stabilirà la strada per lui” e mai ha pensato minimamente di abbandonarmi, e di questo, e non solo, gli rendo grazie.
Ad agosto, in un modo del tutto assurdo conobbi un frate e da subito nacque un’amicizia tipica di due coetanei, due giovani che vanno oltre i propri Abiti, l’uno nel rispetto del mondo dell’altro. Passavano i giorni ed intanto aumentava il nostro legame, lui sosteneva che il nostro incontro era opera divina ed io stentavo a comprendere e credere che mi fosse stato donato dal cielo, ma a quale scopo? Cosa potevo farmene io di un frate? Forse sostanzialmente e praticamente niente, ma fu lui che per scherzo e sottoforma di battuta una sera mi consigliò di Confessarmi e di ripristinare un dialogo che avevo interrotto anni addietro o che forse, ora posso dirlo, non avevo mai iniziato. Il 21 ottobre mi trovavo in chiesa per la solita messa domenicale, ero andato un po’ presto, ma senza l’intenzione di farlo, non avevo il coraggio ed ero intimorito. Seduto e aspettavo l’inizio della messa, ma una forza premeva sulla mia schiena come a staccarmi dalla spalliera della sedia m’induceva ad alzarmi…e così fu, andai, il prete fu ben lieto di mondarmi e mi accostai alla comunione, anche se con la freddezza che da sempre mi caratterizzava, vivendo il tutto come un gesto meccanico di semplice devozione. Al Ritorno a casa, però, mi sentivo turbato o meglio iniziai a meditare il senso dell’Eucaristia, onorato per quel dono che, nonostante il mio peccare, mi era stato offerto senza averlo chiesto. Quella sera, nello scegliere se ritornare sui miei passi insieme all’amico peccato o incamminarmi per una nuova strada lasciandomelo dietro, scelsi la prima opzione iniziando a pregare e a rendere Grazie per il suo amore gratuito e per aver riaccolto la sua pecora smarrita. L’indomani, per caso, mi trovavo nei pressi di una chiesa ancora aperta, entrai ed era appena iniziata la messa: ricorderò per sempre questo momento, quella sera ho avuto la risposta alle mie tante domande, il riscontro che da tempo aspettavo. Durante la consacrazione mi sentivo invaso da un’emozione unica, nuova, tipica di un incontro esclusivo. Tremante ricevetti l’eucaristia, fiero dell’esser rimasto 24 ore senza colpa e al ritorno a stento trattenevo le lacrime, avrei voluto esser solo in quella chiesa per esplodere in un pianto liberatorio, ma in silenzio ritornai al posto e chiesi al Signore “…di foderare il mio cuore con il suo Corpo e il suo Sangue per renderlo adatto ad accoglierlo e custodirlo”.
Nei giorni successivi non credevo a me stesso, mi rifiutavo perché convinto che tutto era frutto della suggestione “spesso facciamo dire a Dio quello che noi vogliamo” , sta di fatto che qui inizia il mio cambiamento nel cuore, nei gesti, nelle opere, e se prima accendevo il pc per scaricare materiale insano e sciocchezze ora lo utilizzavo diversamente cliccando preghiere e visualizzando brani della Bibbia, sentivo dentro un bisogno immenso come di recuperare il tempo perduto “troppo tardi ti conobbi” e di incamminarmi umilmente verso questa via “la fede viene dall’umiltà, dal saper ammettere i propri limiti” con il bisogno di scoprire la Verità. Mi sentivo riconoscente nei confronti di questo Padrone di casa che mi aveva accolto senza ripensamenti e come “obbligato” a seguire i suoi precetti spontaneamente incominciai a far tesoro dei suoi consigli ed a sentire quotidianamente il bisogno d’averlo accanto.
Il repentino cambiamento, però, è difficile da digerire o meglio si fa fatica a riconoscerlo come reale: Era frutto del mio volere o io stesso ero “vittima” del Sommo Volere? Mentre mi chiedevo giornalmente tutto ciò iniziavo ad isolarmi dal mondo e da tutti come se il mio cuore dovesse avere orecchie solo per quella voce, per quel forte richiamo, come se potessi vivere solo di quella Parola. Allontanai anche il Frate, convinto che era la sua presenza ad indurmi in tali comportamenti come una sorta di “plagio” involontario. Ho rischiato tanto, di perdere amicizie, credibilità, affetti, ma io mi trovavo bene come e dove stavo, il periodo nero che avevo vissuto era stato una “palestra” eccezionale che mi permetteva, ora, di poter vivere senza contorni e sfondi… vivevo il mio attimo di pace in cima al Tabor e mi godevo questa rivelazione… continuando a pregare, leggere il passo del vangelo quotidiano e iniziando a recitare la preghiera delle Ore.
Il Signore mi aveva preso? Credo proprio di si, mi ha preso! Anche se preferisco restare cauto, mi piace pensare che io stia rispondendo ad una chiamata, soddisfacendo, pian piano la mia sete: sete di verità e d’esser esaudito.
Con la preghiera riesco a tendere la mia mano verso la Sua mano, riesco ad aprire il mio cuore chiedendo costantemente un rinnovamento per esso, chiedo un cuore che sia capace di accogliere e custodire la Verità che tanto disperatamente andavo cercando.
Questo sono io oggi, per alcuni sembro un prodigio, per altri sono rimasto quello che ero, io mi vedo semplicemente rinnovato ed incanalato, spero, nella giusta via. Anche se non lo lascio trapelare, anche se preferisco custodire il tutto senza darlo in pasto ai cani dell’apparenza. Non potrei mai soffocare il mio essere solo per il piacere di atteggiarmi: Quello che di me si vede è solo la punta dell’iceberg, tutto il resto lo conservo gelosamente, ma cerco di materializzarlo senza dare all’occhio…certo non è che sia un enorme iceberg!
A chi rendere grazie? A lui Totalmente e a chi, pur indirettamente, mi accompagna e mi sostiene. Prego affinché non mi venga mai a mancare la sete e quella sana insoddisfazione che mi porta a non sentirmi mai arrivato “provocavi in me l’inquietudine, pungolandomi dentro, in modo che io mi sentissi sempre insoddisfatto cosi che tu man mano diventassi una certezza” e che mi impone di mettermi sempre in fila dietro gli ultimi con pazienza ma impaziente d’essere giornalmente Battezzato. Ho annullato il più possibile l’influenza della mia volontà nelle scelte che faccio, voglio farmi trasportare dalla Sua Volontà, Lui sa meglio di me cosa è meglio per me.
Grazie perché sei capace di fare ben più di quanto ti chiediamo o non comprendiamo di dover fare.
Chi crede in Lui non andrà perduto
Non c'è altra salvezza se non quella di riconoscere la centralità di Cristo, sia nella nostra fede sia nella possibilità di salvarci. Spesso si perde la Sua visione o ancor peggio lo si crede distante e inarrivabile e ci si affida ad intercessioni che, nel peggiore dei casi, offuscano totalmente la Sua Croce. Personalmente ho riscoperto in Gesù il fulcro di tutta l'opera del Padre, la via per raggiungere tutto ciò che c'è riservato per noi, utilizzo sempre le "mie" intercessioni anche se ho compreso che è più vicino di quanto pensassi. Signore aiutaci a sgomberare la nostra visuale da nebbia e tutto ciò che ci vieta di contemplarti, affinché si compia la nostra salvezza per mezzo di Te e della tua Croce.
venerdì 16 maggio 2008
Prendi la tua croce e seguimi
Mi chiedo se il rinnegare se stesso sia un atto attivo o passivo. Morire a se stesso mediante sacrifici e rinunce o accorgersi che man mano molta parte di te si sta addormentando per lasciare spazio alla Croce che sovrasta la tua vita? Per seguire Cristo si deve passare dala croce anche metaforicamente nell'accettarla come unico e solo metodo di salvezza! Signore dammi la forza di non mollare mai la presa, di far si che la Croce abbracciata sia continuamente una gioia nuova.
giovedì 15 maggio 2008
Una Preghiera "Personale"
Chi dite che io sia?
(Marco 8,27-33)
mercoledì 14 maggio 2008
Amatevi come io ho amato voi
martedì 13 maggio 2008
Perchè non avete pane?
Perché dite di non avere pane e perché mostrate ancora un cuore indurito nonostante il fatto d’essere suoi discepoli? I farisei attendevano un segno e sfidavano Gesù in tal senso, i suoi discepoli non vedevano invece tutti i segni che avvenivano intorno a loro. Si preoccupano di non avere pane, come noi oggi ci lamentiamo sempre di non avere abbastanza, di vivere male e mal appagati. Ci siamo mai chiesti come mai? Forse non riusciamo a vedere con gli occhi che abbiamo e ad udire con le nostre orecchie? Forse il nostro cuore stenta ad addolcirsi, stenta a comprendere che il vero Pane non è fatto con il lievito dei farisei e di erode, ma con il lievito eterno, con la Sua parola, capace di moltiplicare, ed appagare quotidianamente la nostra fame? Possa Signore la Tua Parole essere l’unico pane capace di saziare la nostra fame.
lunedì 12 maggio 2008
La Fede non è fatta solo di Segni
Chi si rivolge a Dio lo deve fare rimanendo saldo nella fede, non si può pensare di sfidarlo e domandare segni che attestino la sua esistenza. Tutto deve partire dalla netta e chiara affermazione di Dio in quanto tale. Questa generazione non avrà nessun segno perché del segno non cerca l’essenza ma la maestosità in quanto cosa soprannaturale. Anche noi molte volte attendiamo prodigi inimmaginabili non accorgendoci di ciò che muta lentamente la nostra vita. Non è sano attendere il Grande Segno ma è costruttivo vedere in ogni piccolo segno una meraviglia, opera delle Sue mani.. ridimensioniamo il nostro modo di rivolgerci a Lui, conservando un cuore pentito, molta umiltà e una fede ben salda potremo chiedere qualsiasi cosa, certi d’esser esauditi.
domenica 11 maggio 2008
Tu sai tutto
Il Signore si compiace di chi lo teme, di chi spera nella sua grazia"
(Salmo 146)
Oggi leggevo questo salmo e in particolare questi due versetti che trattano di un tema che da giorni medito grazie anche al passo del Vangelo di Giovanni 21, 15-19 dove Pietro dice al Signore: "Tu sai Tutto".
Da sempre sono un profondo difensore Dell'Essere a discapito dell'Apparire e non solo per una questione di conformità alla Parola, ma credo, anche, per una predisposizione naturale: “il Signore sa” sta a significare che lui ben comprende cosa si nasconde negli antri del nostro cuore, conosce l’essenza che muove le nostre azioni e ogni nostra intenzione, non occorre, quindi, atteggiarsi se tutto ciò che si fa lo si compie con naturalezza ed amore. A mio avviso la nostra Chiesa soffre molto oggi per questo: è ricca di apparenze e scarsa di sostanze. Molta gente partecipa con il solo scopo di essere in vista e esser considerata praticante non curante del fatto che l’unica Opinione che vale è data da chi fa a meno della vista per "ammirarci". Ci preoccupiamo soltanto di "batterci forte il petto" di inchinarci e mostrare riverenza quando poi, in quei momenti, non si pensa minimamente a Colui che sta davanti a noi. Spesso mi chiedo dove sta il giusto equilibrio tra l’esser testimone nei gesti e nelle azioni e il non peccare di protagonismo, e subito mi rispondo che sta nel saper esternare ciò che si sente, ma non è mica facile! Esternare significa mettere a repentaglio le sensazioni e le emozioni, in balia di un vento che potrebbe danneggiarle, e non poco. Se si è sicuri di tutto, però, questo è un rischio che si deve correre: Siamo chiamati ad esser testimoni, Il Signore non apprezza l'agile corsa dell'uomo ma di sicuro sarà felice dei nostri piccoli passi verso Lui; deponiamo il nostro vigore quando ci apprestiamo ad incontrarlo, gettiamo via le nostre maschere e ogni rivestimento, non servono, se non a renderci ridicoli e bigotti nei suoi confronti. Essere Testimoni e Protagonisti si può, ma con la sincerità nel cuore e la coerenza tra il "dire e il fare".
Scendete se volete salire a Lui perché nel salire contro di Lui siete scesi troppo in basso (S.Agostino)
Essere ed Apparire.
Oggi leggevo questo salmo e in particolare questi due versetti che trattano di un tema che da giorni medito grazie anche al passo del Vangelo di Giovanni 21, 15-19 dove Pietro dice al Signore: "Tu sai Tutto".
Da sempre sono un profondo difensore Dell'Essere a discapito dell'Apparire e non solo per una questione di conformità alla Parola, ma credo, anche, per una predisposizione naturale: “il Signore sa” sta a significare che lui ben comprende cosa si nasconde negli antri del nostro cuore, conosce l’essenza che muove le nostre azioni e ogni nostra intenzione, non occorre, quindi, atteggiarsi se tutto ciò che si fa lo si compie con naturalezza ed amore. A mio avviso la nostra Chiesa soffre molto oggi per questo: è ricca di apparenze e scarsa di sostanze. Molta gente partecipa con il solo scopo di essere in vista e esser considerata praticante non curante del fatto che l’unica Opinione che vale è data da chi fa a meno della vista per "ammirarci". Ci preoccupiamo soltanto di "batterci forte il petto" di inchinarci e mostrare riverenza quando poi, in quei momenti, non si pensa minimamente a Colui che sta davanti a noi. Spesso mi chiedo dove sta il giusto equilibrio tra l’esser testimone nei gesti e nelle azioni e il non peccare di protagonismo, e subito mi rispondo che sta nel saper esternare ciò che si sente, ma non è mica facile! Esternare significa mettere a repentaglio le sensazioni e le emozioni, in balia di un vento che potrebbe danneggiarle, e non poco. Se si è sicuri di tutto, però, questo è un rischio che si deve correre: Siamo chiamati ad esser testimoni, Il Signore non apprezza l'agile corsa dell'uomo ma di sicuro sarà felice dei nostri piccoli passi verso Lui; deponiamo il nostro vigore quando ci apprestiamo ad incontrarlo, gettiamo via le nostre maschere e ogni rivestimento, non servono, se non a renderci ridicoli e bigotti nei suoi confronti. Essere Testimoni e Protagonisti si può, ma con la sincerità nel cuore e la coerenza tra il "dire e il fare".
Ricevete lo Spirito Santo
Pace a Voi! La vera pace è Riconoscere Gesù e gioire per la visione, la pace è stare riuniti con Lui in mezzo, la vera pace è ascoltarlo ed esser degni di ricevere il suo Spirito e la sua Chiamata divenendo suo discepoli simili a Lui perchè conformi alla sua Parola. Ognuno di noi può trovarsi seduto con i discepoli e ricevere la Visita, ognuno di noi è chiamato ad ascoltare ed ubbidire con cuore umile e carico d'amore.
sabato 10 maggio 2008
Tu Seguimi
(Gv 21, 20-25)
"Tu Seguimi" - Per seguire davvero Cristo non occorre farsi domande o crearsi preoccupazioni, ma lasciare agire e fidarsi. Forse Pietro temeva che Giovanni avrebbe potuto prendere il suo posto, non ricordava che al sepolcro lo stesso Giovanni aveva lasciato a lui la precedenza come a Conservare il primato a lui. Cristo però riserva ad ognuno il suo ruolo: Giovanni è colui che darà testimonianza fino alla fine, Pietro pascerà il gregge che gli sarà consegnato. Signore ti prego di portare a compimento l'opera che hai iniziato in ognuno di noi, possa la nostra vocazione essere ben chiara e limpida per condividerla con Te e con chi ci sta accanto.
venerdì 9 maggio 2008
Tu lo sai che Ti amo
mercoledì 7 maggio 2008
Custodisci nel Tuo nome coloro che mi hai dato
(Giovanni 17,11-19)
martedì 6 maggio 2008
"Padre è giunta l'ora"
Con questo pensiero Gesù "si conceda" dal mondo avendo, prima, promesso al mondo stesso la sua costante presenza con l'invio del Paraclito.. Con queste parole ci lascia un testamento forte e la chiave per accedere al regno ed essere glorificati dal Padre: Compiere la volontà del Padre, compiere l'opera che ci ha dato da fare è glorificarlo in terra è accedere alla vita eterna. Lui raggiunge il Padre con la stessa chiave che consegna noi, avendo portato a compimento la riconciliazione tra il Padre e il suo popolo.
Le cose mie sono tue e quelle tue sono mie
sabato 3 maggio 2008
Io sono nel Padre e il Padre è in me
(Giovanni 14,6-14)
"..perché io vado al padre"... e porta con se tutta la nostra miseria, la nostra piccolezza dell'essere uomini, ma mette sotto gli occhi del Padre Misericordioso tutte le nostre potenzialità, la nostra capacità di compiere, se solo lo vogliamo, opere ben più grandi di quelle compiute da Lui stesso. Il Padre ha mandato suo figlio per scendere ai nostri livelli, il figlio ritorna al padre per innalzare la nostra natura, solo cosi è possibile riconoscere Nel figlio il Padre stesso e viceversa: amando il loro progetto divino di salvezza e d'amore.
venerdì 2 maggio 2008
L'afflizione si Tramuta in gioia
mercoledì 30 aprile 2008
Molte cose ho ancora da dirvi!
(Giovanni 16,12-15)
Signore dammi la forza di aprire totalmente il mio cuore e la mia mente alla tua Sapienza perché voglio conoscere la verità, la vera gioia, quella letizia che non ha mai fine da riscoprire giorno dopo giorno nella tua parola.
martedì 29 aprile 2008
Catechesi 1° Puntata
Vegliate
(Matteo 25,1-13)
Il regno dei cieli va conquistato giorno dopo giorno vivendo questa vita come una sorta di rampa di lancio. Mai perdere la corsa e soprattutto mai accelerare con la convinzione di essere arrivati. Le vergini sagge insegnano che ogni cammino, ogni incontro va "organizzato" al meglio, portando con se l'occorrente, un cuore contrito e semplice e l'amore che, come l'olio, alimenterà sempre la fiamma. Solo questo fuoco, solo l'esser conforme allo sposo permetterà d'esser riconosciuti ed accedere alle nozze eterne senza preoccupazione alcuna. Vegliamo, rendiamoci limpidi e riconoscibili in modo che il Signore non dubiti minimamente della nostra appartenenza a lui!
sabato 26 aprile 2008
Non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo.
Un invito chiaro e limpido a non perdere mai la forza di andare avanti nel cammino con Cristo. Basti pensare che tutto ciò che probabilmente possa venirci fatto è stato già fatto a Lui. Siamo suoi discepoli anche in questo e soprattutto nel condividere con Lui gli odi e le persecuzioni di chi non conosce chi ci ha mandato. Un servo non è più grande del padrone, ma la grandezza di questa distinzione sta nel fatto che ci ha voluti simili a Lui e, se con lui condividiamo i dolori, un giorno saremo pronti a condividerne anche la santità essendo veri portatori e testimoni della sua parola.
giovedì 24 aprile 2008
L'amore non è amato
mercoledì 23 aprile 2008
Io sono la vite e voi i tralci
Gesù è la vite, la pianticella che il Padre decide di piantare in mezzo a noi come estremo gesto di riconciliazione verso quel popolo che con mille modi ha cercato di attirare a se. Come un vignaiolo che sonda il terreno e ne tasta la durezza e aridità cosi anche Lui conosce noi, in profondità il nostro animo e si fida di noi , in quanto figli, riconoscendoci capaci di accudire e tenere in cuore il Suo Figlio. Lo ha mandato tra di noi, lo ha curato, provato pesantemente per renderlo robusto e fecondo, capace di far germogliare tralci. Facciamo tutti parte della stessa vite, per un atto sublime d’amore siamo stati riuniti sotto l’albero della Croce, un fusto mai morto ma perennemente in vegetazione e rigoglioso grazie anche alla nostra azione, al nostro essere conformi a Cristo divenendo, poi, portatori di nuovi frutti. Basta poco: Rimanere in Lui; basta non recidere il legame che ci unisce alla pianta madre, solo con il suo costante sostentamento, con la sua parola quotidiana saremo in grado di superare tutte le “potature”, le prove che verranno predisposte al fine di fortificare i nostri rami. Se rimanete in me...chiedete e vi sarà dato: cosa chiedere di più? Se non di conservarci perseveranti in questo!
giovedì 3 aprile 2008
Chi crede nel Figlio ha la vita eterna
Lui attesta ciò che ha udito e veduto. Il padre ha mandato il suo figlio rivestendolo di carne per renderlo più conforme a noi e più vicino alla nostra miseria, ha voluto che provasse le nostre stesse sofferenze, le nostre stesse paure e ansie. Cristo, pur essendo superiore a tutti, non ha rifiutato di umiliarsi e soffrire fino alla fine, non ha esitato a mettersi in coda per riceve il battesimo per essere esempio vivo e reale. Se il figlio di Dio ha sopportato tanto senza mostrare mai nessun segnale di cedimento chi siamo noi per adirarci ad ogni minima ostacolo? È vero siamo poveri, siamo sempre uomini,deboli, non in grado di riconoscere pienamente in Cristo il punto focale, il cardine, la strada per accedere alla salvezza. È sceso tra di noi sotto umili e indifese vesti affinché non fossimo immediatamente accecati dalla sua maestosità ma al contrario ci ha mostrato lentamente la sua grandezza “a goccia a goccia” mediante la Sua parola, si è unito a noi con pazienza e senza presunzione alcuna, ha predicato le cose del cielo lasciando liberi gli uomini di credere o non credere e di tastare con mano il progetto divino: il Padre ha messo tutto nelle sue mani sapendo che avrebbe ubbidito restando fedele alla sua volontà fino alla croce, così il Padre metterà nelle nostre mani la vita eterna solo se saremo in grado di riconoscere la vera natura di Gesù suo Figlio e nostro salvatore.
mercoledì 2 aprile 2008
La luce è venuta nel mondo ma gli uomini hanno preferito le tenebre.
Dio dunque non ha mandato il Figlio suo per condannare il mondo ma perché il mondo per mezzo di Lui venga salvato. È attualissimo il contenuto di questo passo e credo che lo sarà, come del resto tutta la parola di Dio, fino alla fine dei tempi. “Non per condannare il mondo” rispecchia in pieno la convinzione che molti hanno di Dio, un Dio che condanna ogni nostro peccato, un Dio che punisce, che toglie ogni ricchezza e ogni agio, guardando chi sta vicino a Dio e chi vive conforme ai suoi precetti, come un poveraccio che non sa godere dei piaceri della vita. Niente di più sbagliato! Questa concezione è errata e mette al bando ogni insegnamento del Padre a favore di altri che portano alle conseguenze che ben conosciamo. Il mondo è in rovina, ha preferito le tenebre alla luce convinto che la luce condannasse ogni opera non considerando la natura misericordiosa di Dio. Come Gerusalemme non riconosce il suo profeta continuando a cacciarlo dalla quotidianità, da ogni gesto, preferendo inabissarsi nelle tenebre del potere, della vanità e della vanagloria. È tempo di ridimensionare le nostre certezze, ora che la potenza dell’uomo si è ridotta al minimo, implosa in se stessa. È tempo di ammettere che “nessuno può riscattare se stesso o dare a Dio il suo prezzo”, fermiamoci a pensare e a meditare, permettiamo alla vera Luce di invadere le nostre tenebre per poter così riprendere a vivere, rinascere, sotto un’ottica diversa, sotto un raggio che scalda, rinnova, perdona e innalza chi opera secondo il volere del Padre.
martedì 1 aprile 2008
Rinascere dallo Spirito
Chi rinasce dallo spirito è come il vento, senza limite alcuno, si sente la voce ma non si sa da dove viene e dove va, chi si affida al Padre decide di annientare se stesso per percorrere la strada “attraverso quello che non sai per raggiungere quello che non sai”; una via spesso oscura, difficile, irta e stretta, come dice S. Giovanni della Croce, appunto perché richiede la nostra totale fiducia e il nostro abbandono. Se Crediamo in cristo, alle sue opere terrene, ai suoi prodigi e miracoli, dobbiamo necessariamente credere al progetto finale del Padre, al Regno che ha destinato per i quanti s’incamminano verso di Lui. Con l’esempio del Figlio ha illustrato, delineandoli, tutti i gradini da salire per essere innalzati alla vita eterna, spetta a noi pronunciare il nostro “Eccomi”, riconosco d’esser anche io tuo figlio e di voler compiere la tua volontà, per rinascere con Te…Dio Vivente rendendo cosi il sacrificio del tuo unico Figlio non vano ma sublime e reale: Progetto d’amore e d salvezza.
lunedì 31 marzo 2008
Sono la Tua serva..
venerdì 28 marzo 2008
Pescate alla Destra
Figlioli Non avete niente da mangiare? Voglio parafrasare questa domanda e intendere per Non Avere di che mangiare come il non avere qualcuno disposto a seguire l'insegnamento, la parola. Ecco che Gesù, posto alla destra del Padre, consiglia ai discepoli, a Pietro in particolare, di gettare la rete a destra, di parlare alla gente prendendo in considerazione la Potenza che ha la destra. Ecco infatti che la rete si riempie di pesci e che ancora oggi la chiesa con il "Pietro" attuale" è carica di fedeli, di gente che con la loro presenza nutre il corpo, la chiesa stessa: "E benché fossero tanti, la rete non si spezzò"... ...Signore fa che la tua chiesa sia sempre brulicante e viva come una rete colma di pesci appena pescati.
lunedì 10 marzo 2008
Io Sono la Risurrezione e la Vita.
In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui». Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio d! i Dio, colui che viene nel mondo».Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro. Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.
martedì 4 marzo 2008
Vuoi Guarire?
(Giovanni 5,1-3.5-16)
Guarire? Quello che mi colpisce di Gesù è la sua "gentilezza" non irrompe mai obbligando a credere ma domanda in primis, ad ognuno, la disponibilità ad ascoltarlo, ad amarlo. Ecco perchè, anche se in mezzo a noi sempre, non tutti siamo capaci di vederlo e sentirlo, solo chi apre il suo cuore, solo chi come il malato accetta d'esser guarito, fidandosi ed affidandosi a Gesù...tanto da trasgredire la regola e portare su il suo lettuccio. Questo ci chiede Gesù di onorarlo sempre, anche e soprattutto nei giorni di festa chinandoci verso i bisognosi, i malati che non hanno "nessuno che li immerga" e che nonostante il loro stato vengono sorpassati da altri: dall'indifferenza.
lunedì 25 febbraio 2008
Nessun Profeta è ben accetto in patria.
(Luca 4,24-30)
sabato 23 febbraio 2008
Tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo.
venerdì 22 febbraio 2008
La Vera felicità è gioire in Te
C'è una gioia che non spetta agli empi, ma a coloro che Ti rendono onore senza attendere ricompensa; la gioia sei Tu stesso, la felicità di gioire in Te
E' vero che tutti gli uomini aspirano a possedere la felicità, se domandiamo a chiunque dirà di si, anche se spesso tendiamo a definire Felicità solo ciò che amano e che toccano con mano non comprendendo che solo in Te c'è vera felicità. Sarebbe quindi opportuno sottolineare che, forse, non tutti la ricerchiamo in quanto ci limitiamo a godere di cose mutabili, che svaniscono col tempo e ci accontentiamo di queste cose senza mai provare ad andare oltre sia perchè non lo desideriamo abbastanza sia perchè preferiamo ubbidire alla carne e non all'anima. Non diamo mai ascolto alla sua voce ne ci abbandoniamo ad un'introspezione che permetta di scrutarci oltre la fisicità. Come cieco e malato è l'animo umano che arriva ad odiare la Verità quando non si limita a manifestarsi ma ci esorta a manifestarci a Lei. Vorremmo rimanere ignoti nei suoi confronti e pretendiamo chiarezza e limpidità ignorando che nessuno può nascondersi dal suo giudizio. Pretendiamo di parlare sempre e solo noi, chiedendo d'esser esauditi ed ascoltati, ma quando inizieremo ad ascoltare Dio e a saper cogliere dalle sue parole l'esempio da seguire e non soltanto continue ammonizioni alla nostra condotta, errata, di vita?
Continuando questa strada arriveremo ad un solo traguardo: Saremo rivelati da Lei anche contro il nostro volere ma Lei non si rivelerà più a noi, rimanendo sconosciuta: Noi Come Gerusalemme "non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata"
domenica 10 febbraio 2008
Le Tentazioni nel deserto
giovedì 7 febbraio 2008
Chi perderà la propria vita per me la salverà
(Luca 9,22-25)
Bell'invito ad abbracciare la nostra croce a prenderla con amore e gioia e trasportarla con la consapevolezza che tanto sarà più pesante quanto sarà meraviglioso salvare la propria vita in Cristo. Un messaggio per chi, al primo ostacolo, preferisce inveire contro la volontà di Dio, accusandolo delle nostre pene e delle prove che ci invita a sostenere non comprendendo che Lui ci colpisce al solo scopo di sanarci, edificarci. Grazie Signore per aver condiviso la Tua Croce con Me