martedì 20 maggio 2008

Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: “Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà”. Essi però non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni. Giunsero intanto a Cafarnao. E quando fu in casa, chiese loro: “Di che cosa stavate discutendo lungo la via?”. Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: “Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti”. E preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro: “Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato”.
(Marco 9, 30-37)

Essere bambini significa conservare gelosamente la sana ingenuità, la purezza e la semplicità che garantiscono un vero distacco nei confronti di tutto ciò che inquina le nostre anime. La sete di supremazia e di potere in primis, ci rende in continua lotta con chi invece dovremmo amare più di ogni altra cosa: "Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti”, ma è estremamente difficile starsene in coda, all'ombra di tutti ed esserne felici, a volte quasi impossibile perchè non riusciamo ad annullare per prima cosa Noi Stessi a vantaggio della Sua parole e della Sua volontà. Chi accoglie un bambino nel mio nome accoglie me, chi si presenta a Lui nelle vesti di un bambino sarà accolto perchè avrà in cuore il Padre e l'accettazione totale della sua volontà... "ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore, ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili".
Io sono tranquillo e sereno
come bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è l'anima mia.
(sal.130)

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