Il Signore si compiace di chi lo teme, di chi spera nella sua grazia"
(Salmo 146)
Oggi leggevo questo salmo e in particolare questi due versetti che trattano di un tema che da giorni medito grazie anche al passo del Vangelo di Giovanni 21, 15-19 dove Pietro dice al Signore: "Tu sai Tutto".
Da sempre sono un profondo difensore Dell'Essere a discapito dell'Apparire e non solo per una questione di conformità alla Parola, ma credo, anche, per una predisposizione naturale: “il Signore sa” sta a significare che lui ben comprende cosa si nasconde negli antri del nostro cuore, conosce l’essenza che muove le nostre azioni e ogni nostra intenzione, non occorre, quindi, atteggiarsi se tutto ciò che si fa lo si compie con naturalezza ed amore. A mio avviso la nostra Chiesa soffre molto oggi per questo: è ricca di apparenze e scarsa di sostanze. Molta gente partecipa con il solo scopo di essere in vista e esser considerata praticante non curante del fatto che l’unica Opinione che vale è data da chi fa a meno della vista per "ammirarci". Ci preoccupiamo soltanto di "batterci forte il petto" di inchinarci e mostrare riverenza quando poi, in quei momenti, non si pensa minimamente a Colui che sta davanti a noi. Spesso mi chiedo dove sta il giusto equilibrio tra l’esser testimone nei gesti e nelle azioni e il non peccare di protagonismo, e subito mi rispondo che sta nel saper esternare ciò che si sente, ma non è mica facile! Esternare significa mettere a repentaglio le sensazioni e le emozioni, in balia di un vento che potrebbe danneggiarle, e non poco. Se si è sicuri di tutto, però, questo è un rischio che si deve correre: Siamo chiamati ad esser testimoni, Il Signore non apprezza l'agile corsa dell'uomo ma di sicuro sarà felice dei nostri piccoli passi verso Lui; deponiamo il nostro vigore quando ci apprestiamo ad incontrarlo, gettiamo via le nostre maschere e ogni rivestimento, non servono, se non a renderci ridicoli e bigotti nei suoi confronti. Essere Testimoni e Protagonisti si può, ma con la sincerità nel cuore e la coerenza tra il "dire e il fare".
Scendete se volete salire a Lui perché nel salire contro di Lui siete scesi troppo in basso (S.Agostino)
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