domenica 11 maggio 2008

Essere ed Apparire.

"Il Signore non fa conto del vigore del cavallo, non apprezza l'agile corsa dell'uomo.
Il Signore si compiace di chi lo teme, di chi spera nella sua grazia"
(Salmo 146)


Oggi leggevo questo salmo e in particolare questi due versetti che trattano di un tema che da giorni medito grazie anche al passo del Vangelo di Giovanni 21, 15-19 dove Pietro dice al Signore: "Tu sai Tutto".
Da sempre sono un profondo difensore Dell'Essere a discapito dell'Apparire e non solo per una questione di conformità alla Parola, ma credo, anche, per una predisposizione naturale: “il Signore sa” sta a significare che lui ben comprende cosa si nasconde negli antri del nostro cuore, conosce l’essenza che muove le nostre azioni e ogni nostra intenzione, non occorre, quindi, atteggiarsi se tutto ciò che si fa lo si compie con naturalezza ed amore. A mio avviso la nostra Chiesa soffre molto oggi per questo: è ricca di apparenze e scarsa di sostanze. Molta gente partecipa con il solo scopo di essere in vista e esser considerata praticante non curante del fatto che l’unica Opinione che vale è data da chi fa a meno della vista per "ammirarci". Ci preoccupiamo soltanto di "batterci forte il petto" di inchinarci e mostrare riverenza quando poi, in quei momenti, non si pensa minimamente a Colui che sta davanti a noi. Spesso mi chiedo dove sta il giusto equilibrio tra l’esser testimone nei gesti e nelle azioni e il non peccare di protagonismo, e subito mi rispondo che sta nel saper esternare ciò che si sente, ma non è mica facile! Esternare significa mettere a repentaglio le sensazioni e le emozioni, in balia di un vento che potrebbe danneggiarle, e non poco. Se si è sicuri di tutto, però, questo è un rischio che si deve correre: Siamo chiamati ad esser testimoni, Il Signore non apprezza l'agile corsa dell'uomo ma di sicuro sarà felice dei nostri piccoli passi verso Lui; deponiamo il nostro vigore quando ci apprestiamo ad incontrarlo, gettiamo via le nostre maschere e ogni rivestimento, non servono, se non a renderci ridicoli e bigotti nei suoi confronti. Essere Testimoni e Protagonisti si può, ma con la sincerità nel cuore e la coerenza tra il "dire e il fare".

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