lunedì 31 marzo 2008

Sono la Tua serva..

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”. Allora Maria disse all’angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei.
(Luca 1,26-38)
“ Come potrà avvenire questo, io non conosco uomo” come è umile Maria di fronte al Grande Annuncio, Lei rimane nuda nella sua purezza riuscendo, come pochi, a riconoscere i propri limiti dell’essere indegni di ricevere tanta gloria. Lei non sa, però, che chi ha deciso l’ha resa anche perfetta, immacolata genitrice del Figlio di Dio, “Non temere hai trovato grazia davanti a Dio”, sii fiduciosa perché Dio ha scelto per te, Dio ha trovato in te il “veicolo” sublime per portare a compimento il suo progetto. Mi chiedo se siamo coscienti del fatto che ognuno di noi è chiamato a fare altrettanto, ad essere “servi del Signore” ad assopire tutte le nostre volontà per dar spazio alla Sua Volontà, riuscire ad annientare noi stessi non è un compito facile se in primis non dimostriamo totale fiducia nei Suoi confronti. Lei l’ha avuta “..avvenga di me secondo la tua parola” e come la madre anche il Figlio si è abbandonato totalmente alla volontà divina “Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice, tuttavia non quello che voglio io, ma quello che vuoi tu”. È questo l’atteggiamento che deve esserci tra il servo e il Padre e non quello che spesso intendiamo noi, nelle preghiere, nelle azioni, nella vita quotidiana, quando riconosciamo la Sua Volontà ma cerchiamo in tutti i modi di avvicinarla alla nostra storpiandola e riadattandola secondo i nostri bisogni: Lui ci ha promesso che il suo giogo è soave, fidiamoci della sua parola e con cuore “accogliente” iniziamo a smussare le nostre volontà per renderle simili, e col tempo uniformi, alla Sua, chiedendo che ci venga Annunciata giornalmente la nostra missione.

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