martedì 4 marzo 2008

Vuoi Guarire?

Era un giorno di festa per i Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Vi è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzata, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo disteso e sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: “Vuoi guarire?”. Gli rispose il malato: “Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me”. Gesù gli disse: “Àlzati, prendi il tuo lettuccio e cammina”. E sull’istante quell’uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo guarito: “È sabato e non ti è lecito prender su il tuo lettuccio”. Ma egli rispose loro: “Colui che mi ha guarito mi ha detto: Prendi il tuo lettuccio e cammina”. Gli chiesero allora: “Chi è stato a dirti: Prendi il tuo lettuccio e cammina?”. Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, essendoci folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: “Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio”. Quell’uomo se ne andò e disse ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato.
(Giovanni 5,1-3.5-16)

Guarire? Quello che mi colpisce di Gesù è la sua "gentilezza" non irrompe mai obbligando a credere ma domanda in primis, ad ognuno, la disponibilità ad ascoltarlo, ad amarlo. Ecco perchè, anche se in mezzo a noi sempre, non tutti siamo capaci di vederlo e sentirlo, solo chi apre il suo cuore, solo chi come il malato accetta d'esser guarito, fidandosi ed affidandosi a Gesù...tanto da trasgredire la regola e portare su il suo lettuccio. Questo ci chiede Gesù di onorarlo sempre, anche e soprattutto nei giorni di festa chinandoci verso i bisognosi, i malati che non hanno "nessuno che li immerga" e che nonostante il loro stato vengono sorpassati da altri: dall'indifferenza.

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