mercoledì 2 aprile 2008

La luce è venuta nel mondo ma gli uomini hanno preferito le tenebre.

In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio”.
(Giovanni 3,16-21)

Dio dunque non ha mandato il Figlio suo per condannare il mondo ma perché il mondo per mezzo di Lui venga salvato. È attualissimo il contenuto di questo passo e credo che lo sarà, come del resto tutta la parola di Dio, fino alla fine dei tempi. “Non per condannare il mondo” rispecchia in pieno la convinzione che molti hanno di Dio, un Dio che condanna ogni nostro peccato, un Dio che punisce, che toglie ogni ricchezza e ogni agio, guardando chi sta vicino a Dio e chi vive conforme ai suoi precetti, come un poveraccio che non sa godere dei piaceri della vita. Niente di più sbagliato! Questa concezione è errata e mette al bando ogni insegnamento del Padre a favore di altri che portano alle conseguenze che ben conosciamo. Il mondo è in rovina, ha preferito le tenebre alla luce convinto che la luce condannasse ogni opera non considerando la natura misericordiosa di Dio. Come Gerusalemme non riconosce il suo profeta continuando a cacciarlo dalla quotidianità, da ogni gesto, preferendo inabissarsi nelle tenebre del potere, della vanità e della vanagloria. È tempo di ridimensionare le nostre certezze, ora che la potenza dell’uomo si è ridotta al minimo, implosa in se stessa. È tempo di ammettere che “nessuno può riscattare se stesso o dare a Dio il suo prezzo”, fermiamoci a pensare e a meditare, permettiamo alla vera Luce di invadere le nostre tenebre per poter così riprendere a vivere, rinascere, sotto un’ottica diversa, sotto un raggio che scalda, rinnova, perdona e innalza chi opera secondo il volere del Padre.

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