martedì 29 aprile 2008

Catechesi 1° Puntata

Iniziare questa catechesi per me significa approdare, dopo mesi di meditazione, alle realtà, a quello che sarò e a ciò per cui sono stato chiamato. Analizzando la figura di Abramo, specificatamente la chiamata e la successiva risposta a seguire Dio e le sue direttive, non ho potuto fare a meno di estraniarmi dal contesto in cui ero per iniziare una panoramica inversa del percorso che mi ha portato ad esser seduto in quella sedia stasera. Il Signore ci chiama, Lui all'improvviso fa sentire forte la sua voce, ci afferra in un determinato momento e con la sua delicatezza ci mette in condizione di creare un colloquio con lui. Come Abramo anche noi siamo liberi di sentire o meno, di ubbidire o non, ma come Abramo forse portiamo nel cuore l'amarezza per un qualcosa non realizzato o il desiderio di giungere in una destinazione sognata, sperata. Io personalmente provengo da una particolare situazione, in passato avevo chiesto aiuto, in un periodo nero mi ero rivolto a Dio con la speranza di vedere risolto tutto in un batter d'occhio. Cosi non è stato, la grazia che tanto bramavo non è arrivata, al suo posto una sorta di rassegnazione che mi portava a vivere senza tante domande, senza pretesa alcuna. A distanza di un anno quasi avevo dimenticato la richiesta, non comprendendo la totale differenza tra i miei tempi ed i suoi, non ricordavo più l'invocazione rivolta, non mi preoccupavo di riconoscere in me il primo ostacolo d'abbattere. Lui ricordava tutto, in Lui è viva ogni nostra parte di cuore, sa cosa desideriamo, per cosa piangiamo e, se diamo fiducia, man mano si rivelerà anche a noi....e Lui si è rivelato e come Abramo ho iniziato a dare ascolto a questa voce che dolce e premurosa ha scaldato ogni anfratto della mia anima giungendo a liberarmi da tutte le sicurezze che mi avevo costruito, da ogni idolo che portavo dietro e da ogni certezza che difendevo a spada tratta. Il periodo di oscurità precede la luce. Ecco quello che ho passato, un tempo oscuro di angoscia e sconforto che solo ora riesco a comprendere come l'inizio di una nuova vita, di una vita totalmente affidata a Lui. Ora posso rendere grazie all'artefice di tanta meraviglia: Mi hai liberato da tante schiavitù, mi hai reso libero dal peccato, hai spezzato le mie catene riuscendo a far convivere in pace l'idea che avevo di me e me stesso.
Oggi ho iniziato questa esperienza, non sono stato io a deciderlo, oramai non lascio decidere alla mia volontà ma alla tua, mi limito soltanto a chinare la testa, a prostrarmi dinanzi a tutto quello che hai in serbo per me: Ti prego non lasciare mai la mia mano, aiutami a far si che io non lasci mai la tua.
Grazie

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