lunedì 31 marzo 2008
Sono la Tua serva..
venerdì 28 marzo 2008
Pescate alla Destra
Figlioli Non avete niente da mangiare? Voglio parafrasare questa domanda e intendere per Non Avere di che mangiare come il non avere qualcuno disposto a seguire l'insegnamento, la parola. Ecco che Gesù, posto alla destra del Padre, consiglia ai discepoli, a Pietro in particolare, di gettare la rete a destra, di parlare alla gente prendendo in considerazione la Potenza che ha la destra. Ecco infatti che la rete si riempie di pesci e che ancora oggi la chiesa con il "Pietro" attuale" è carica di fedeli, di gente che con la loro presenza nutre il corpo, la chiesa stessa: "E benché fossero tanti, la rete non si spezzò"... ...Signore fa che la tua chiesa sia sempre brulicante e viva come una rete colma di pesci appena pescati.
lunedì 10 marzo 2008
Io Sono la Risurrezione e la Vita.
In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui». Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio d! i Dio, colui che viene nel mondo».Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro. Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.
martedì 4 marzo 2008
Vuoi Guarire?
(Giovanni 5,1-3.5-16)
Guarire? Quello che mi colpisce di Gesù è la sua "gentilezza" non irrompe mai obbligando a credere ma domanda in primis, ad ognuno, la disponibilità ad ascoltarlo, ad amarlo. Ecco perchè, anche se in mezzo a noi sempre, non tutti siamo capaci di vederlo e sentirlo, solo chi apre il suo cuore, solo chi come il malato accetta d'esser guarito, fidandosi ed affidandosi a Gesù...tanto da trasgredire la regola e portare su il suo lettuccio. Questo ci chiede Gesù di onorarlo sempre, anche e soprattutto nei giorni di festa chinandoci verso i bisognosi, i malati che non hanno "nessuno che li immerga" e che nonostante il loro stato vengono sorpassati da altri: dall'indifferenza.
lunedì 25 febbraio 2008
Nessun Profeta è ben accetto in patria.
(Luca 4,24-30)
sabato 23 febbraio 2008
Tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo.
venerdì 22 febbraio 2008
La Vera felicità è gioire in Te
C'è una gioia che non spetta agli empi, ma a coloro che Ti rendono onore senza attendere ricompensa; la gioia sei Tu stesso, la felicità di gioire in Te
E' vero che tutti gli uomini aspirano a possedere la felicità, se domandiamo a chiunque dirà di si, anche se spesso tendiamo a definire Felicità solo ciò che amano e che toccano con mano non comprendendo che solo in Te c'è vera felicità. Sarebbe quindi opportuno sottolineare che, forse, non tutti la ricerchiamo in quanto ci limitiamo a godere di cose mutabili, che svaniscono col tempo e ci accontentiamo di queste cose senza mai provare ad andare oltre sia perchè non lo desideriamo abbastanza sia perchè preferiamo ubbidire alla carne e non all'anima. Non diamo mai ascolto alla sua voce ne ci abbandoniamo ad un'introspezione che permetta di scrutarci oltre la fisicità. Come cieco e malato è l'animo umano che arriva ad odiare la Verità quando non si limita a manifestarsi ma ci esorta a manifestarci a Lei. Vorremmo rimanere ignoti nei suoi confronti e pretendiamo chiarezza e limpidità ignorando che nessuno può nascondersi dal suo giudizio. Pretendiamo di parlare sempre e solo noi, chiedendo d'esser esauditi ed ascoltati, ma quando inizieremo ad ascoltare Dio e a saper cogliere dalle sue parole l'esempio da seguire e non soltanto continue ammonizioni alla nostra condotta, errata, di vita?
Continuando questa strada arriveremo ad un solo traguardo: Saremo rivelati da Lei anche contro il nostro volere ma Lei non si rivelerà più a noi, rimanendo sconosciuta: Noi Come Gerusalemme "non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata"
domenica 10 febbraio 2008
Le Tentazioni nel deserto
giovedì 7 febbraio 2008
Chi perderà la propria vita per me la salverà
(Luca 9,22-25)
Bell'invito ad abbracciare la nostra croce a prenderla con amore e gioia e trasportarla con la consapevolezza che tanto sarà più pesante quanto sarà meraviglioso salvare la propria vita in Cristo. Un messaggio per chi, al primo ostacolo, preferisce inveire contro la volontà di Dio, accusandolo delle nostre pene e delle prove che ci invita a sostenere non comprendendo che Lui ci colpisce al solo scopo di sanarci, edificarci. Grazie Signore per aver condiviso la Tua Croce con Me
mercoledì 6 febbraio 2008
Il Padre vede nel segreto
sabato 2 febbraio 2008
Presentazione al Tempio
venerdì 1 febbraio 2008
Il Seme Cresce nella terra fertile
Quando sono debole, è allora che sono forte.
giovedì 31 gennaio 2008
Siamo Lampade lucenti
Il Seminatore e il Terreno
martedì 29 gennaio 2008
La Vera Famiglia
lunedì 28 gennaio 2008
Satana è finito
domenica 27 gennaio 2008
La forza per seguire Dio
sabato 26 gennaio 2008
Chi è il più grande diventi come il più piccolo
mercoledì 23 gennaio 2008
Cosa è lecito in giorno di sabato?
martedì 22 gennaio 2008
Santificare le Feste
Io mi Pento
Prima peccavo e non mi pentivo, ora non pecco e voglio pentirmi, perchè rivolgo lo sguardo al mio peccato passato, lo guardo in faccia ritornando poi sui miei nuovi passi. Il mio interesse si è placato, anche se non del tutto, ora, però, voglio pentirmi d'essermi voltato per vedere il maligno in ciò che prima facevo. Voglio pentirmi per aver cercato il peccato pur non desiderandolo. Oramai son riuscito a ripudiarlo grazie a Te mio Salvatore che "Hai spezzato le mie catene" ed io Ti rendo grazie. Sotto la tua Croce offro il mio sacrificio di lode, ai tuoi piedi. Voglio poter asciugare il tuo sangue che non è degno di sfiorare il suolo, con la mia pelle ne raccolgo le gocce affinché penetri nei miei più intimi pensieri e di lui si riempiano tutti gli anfratti del mio misero corpo, prima strumento di peccato ora testimone di tanta misericordia. Voglio vivere di Te, del tuo sangue che ancora oggi faccio sgorgare dalle tue ferite
lunedì 21 gennaio 2008
Ti cercavo, mi hai trovato
Ti cercavo nei momenti bui e tristi
e li ti ho Visto, per la Prima Volta:
vibrava il mio cuore
perchè è un pianto di Vita,
Lo Sposo è con Loro
domenica 20 gennaio 2008
Ecco l'agnello di Dio
Giovanni Riconosce Gesù grazie allo Spirito Santo, lo contempla discendere sul figlio di Dio sotto forma di colomba, quella stessa colomba che ha donato a lui la sapienza di riconoscere Cristo. Mi domando quandte volte noi ci soffermiamo a contemplare lo Spirito Santo disceso su di noi? Sappiamo ricavare da lui la Luce che ci permette di riconoscere Gesù o preferiamo guardare altrove? Signore Donaci la capacità di Riconoscerti e di ammettere che tu "Vieni avanti a me perchè sei prima di me" perchè Sei l'Agnello di Dio, docile ed indifesa creatura sacrificata per la nostra salvezza.
La Vera felicità è gioire in Te
C'è una gioia che non spetta agli empi, ma a coloro che Ti rendono onore senza attendere ricompensa; la gioia sei Tu stesso, la felicità di gioire in Te
E' vero che tutti gli uomini aspirano a possedere la felicità, se domandiamo a chiunque dirà di si, anche se spesso tendiamo a definire Felicità solo ciò che amano e che toccano con mano non comprendendo che solo in Te c'è vera felicità. Sarebbe quindi opportuno sottolineare che, forse, non tutti la ricerchiamo in quanto ci limitiamo a godere di cose mutabili, che svaniscono col tempo e ci accontentiamo di queste cose senza mai provare ad andare oltre sia perchè non lo desideriamo abbastanza sia perchè preferiamo ubbidire alla carne e non all'anima. Non diamo mai ascolto alla sua voce ne ci abbandoniamo ad un'introspezione che permetta di scrutarci oltre la fisicità. Come cieco e malato è l'animo umano che arriva ad odiare la Verità quando non si limita a manifestarsi ma ci esorta a manifestarci a Lei. Vorremmo rimanere ignoti nei suoi confronti e pretendiamo chiarezza e limpidità ignorando che nessuno può nascondersi dal suo giudizio. Pretendiamo di parlare sempre e solo noi, chiedendo d'esser esauditi ed ascoltati, ma quando inizieremo ad ascoltare Dio e a saper cogliere dalle sue parole l'esempio da seguire e non soltanto continue ammonizioni alla nostra condotta, errata, di vita?
Continuando questa strada arriveremo ad un solo traguardo: Saremo rivelati da Lei anche contro il nostro volere ma Lei non si rivelerà più a noi, rimanendo sconosciuta: Noi Come Gerusalemme "non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata"
sabato 19 gennaio 2008
Povertà
Ci sono stati periodi nei quali invidiavo chi riusciva a trovare la felicità circondandosi di cianfrusaglie, ricchezze, possedendo ogni cosa indispensabile per appagare il bisogno, l'aspirazione. Ora mi guardo intorno e la pseudo invidia si è tramutata in tenerezza, una sorta di pena nei confronti chi chi crede di aver trovato un tesoro di felicità magari dentro le porte di una berlina extra lusso. Forse sono io esagerato, morbosamente distaccato da tutte queste minchiate che, invece di aiutare l'anima, tendono sempre più ad emarginarla, a segregarla lontano dagli occhi e dalla nostra visione. La mia anima sta qua, invece, giornalmente la tocco, la sfioro, l'accartoccio e la strapazzo, tendendo di strapparla mi accorgo che non è fatta, ahimè, di carta ma di un materiale resistenze che difficilmente cede ai colpi delle mie mani. Che anima ndistruttibile, eterna! Come vorrei esser felice con in mano tutti i miei soldi, contento di spenderli, d'acquistare di tutto: ori, tecnologie, vestiti, cose inutili... ed invece darei fuoco a quelle banconote le maledirei anche se giornalmente devo rendere grazie per quell'indispensabile, e un po' di più, che ho e che serve per vivere degnamente... La mia felicità non sta in essi, forse una parte del mio star bene, ma la gioia quella vera no, al massimo mi hanno procurato un sorriso e un po' di comodità, son certo che mai riusciranno a regalarmi la tanto sognata felicità!...
...stasera, in pizzeria, in una comitiva di teenager, alle prese con un compleanno, griffatissime e alla moda tutte, mi sono immedesimato e "incarnato" nell'unica bimbetta che si mostrava distaccata, non sia per idee o carattere, ma sicuramente per il modo di vestire. Ho immaginato la sua situazione, potrei anche sbagliarmi, una realtà non tanto rosea, una famiglia media che a stento riesce a completare il mese solare con uno stipendio. Non aveva scarpe brillantinate, ne felpe glamour, ancor meno jeans con "ali e demoni impressi"... aveva però un dolce sorriso, e gli occhi di chi sa accontentarsi e gioire di poco: come avrei voluto abbracciarla... e volerle bene, dirle che un giorno ringrazierà la sua "povertà" genitrice di un'umiltà che le avrà permesso di sentire la voce della sua anima!
venerdì 18 gennaio 2008
Gli scribi senza fede: siamo noi!
Dopo alcuni giorni Gesù entrò di nuovo a Cafarnao. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola. Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. Non potendo però portaglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov’egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: “Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”. Erano là seduti alcuni scribi che pensavano in cuor loro: “Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?”. Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: “Perché pensate così nei vostri cuori? Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino - disse al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua”. Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: “Non abbiamo mai visto nulla di simile!”.
(Marco 2,1-12)
Cos'è più facile dire al Paralitico "alzati e cammina" o "ti sono rimessi i tuoi peccati"? La presunzione di saper guarire il corpo non è vista dagli scribi come una bestemmia perchè legati come sono alla materialità della vita poco importa loro dei peccati e della guarigione spirituale. Manca la fede a questi scribi e manca tutt'oggi a noi che tendiamo troppo spesso ad "auto-redimerci" come se possiamo essere colpevoli e giudici allo stesso tempo, modellando in nostri peccati così bene da renderli un'abitudine lecita. Gesù vede nel paralitico prima la fede, che lo porta ad essere ai suoi piedi e poi la sofferenza fisica e per Rendere visibile agli occhi di tutti il suo potere lo guarisce dal male del corpo rafforzando, col perdono dei peccati, la fede. E' un messaggio chiaro: Non cerchiamo Dio solo nel bisogno fisico ma domandiamo giornalmente di rafforzare la nostra fede, di perdonare i nostri peccati e di renderci partecipi dell'eterna gioia.
giovedì 17 gennaio 2008
Se Vuoi Puoi Guarirmi!
mercoledì 16 gennaio 2008
Parla, Signore, perchè il tuo servo ti ascolta
martedì 15 gennaio 2008
Che c'entri con Noi, Gesù Nazareno?
Preghiera di Ringraziamento
lunedì 14 gennaio 2008
Lasciate le reti e lasciato il loro padre Lo seguirono
domenica 13 gennaio 2008
Tu Vieni da Me?
sabato 12 gennaio 2008
Gioiamo dei successi Altrui
(GV 3, 22-30)
L'invidia è una brutta cosa, ci governa perché possiede una grossa fetta del nostro cuore. Non si ferma dinanzi a nessuno, non ha paura degli amici, dei fratelli, dei parenti, cieca ci rende simili a lei e tende ad oscurarci la vista annebbiandola. In generale non sono mai stato invidioso ne desideroso delle situazioni altrui, qualche volta ho ammirato la felicità che scorgevo dai sorrisi che incontravo ma ora ho compreso che ognuno ha la propria felicità e che, a seconda del soggetto, cambia l'effetto che essa può avere. E così se un mio amico è al settimo cielo grazie ad un qualsiasi aggeggio o un bel gruzzolo di monete io non lo potrò mai essere impossessandomi di tali cose. Per questo non provo invidia: La Mia Felicità prescinde da tutto ciò che mi circonda in senso materiale. Allo stesso modo non guardo mai con occhi languidi le abilità altrui, forse grazie a queste riesco a definire meglio le mie debolezze ed i miei limiti rendendo grazie comunque per tutto ciò che mi è stato donato e che si trova dentro la mia testa, nel mio cuore. Per esultare di gioia alla voce dello sposo bisognerebbe possedere un animo umile, un bene immenso nei confronti di costui e la nobiltà di accettare, spesso, di mettersi da parte di fronte a chi è migliore noi, riconoscerne le virtù e compiacersi: Egli deve crescere e io invece diminuire.
giovedì 10 gennaio 2008
Prima di Addormentarsi
mercoledì 9 gennaio 2008
Sono Io Non Temete
La solitudine di Un Tabernacolo

domenica 6 gennaio 2008
La Stella d'Oriente
sabato 5 gennaio 2008
La Sapienza
venerdì 4 gennaio 2008
Dove Abiti
Dio sommo Bene
martedì 1 gennaio 2008
Te Deum Laudamus
Niente botti stanotte ne danze ne urla, Il Mio Capodanno l'ho festeggiato molto prima della mezzanotte...
domenica 30 dicembre 2007
La Famiglia è Sacra
sabato 29 dicembre 2007
Io in Lui
venerdì 28 dicembre 2007
Innocenti Martiri
giovedì 27 dicembre 2007
Inno Dell'Amore
martedì 25 dicembre 2007
E' Nato

Sono nato povero, dice Dio
perchè tu possa considerarmi l'unica ricchezza.
Sono nato debole,
perchè tu non abbia mai paura di me.
Sono nato perseguitato,
perchè tu sappia accettare le difficoltà.
Sono nato per Amore,
perchè non dubiti mai del mio Amore.
"Mi dispiace molto, disse una volta a sua moglie che era una credente molto fervorosa, però non riesco a capire che Dio si sia fatto uomo; non ha senso per me.
" Una notte di Natale, sua moglie e i figli andarono in chiesa per la messa di mezzanotte.
Lui non volle accompagnarli. "Se venissi con voi mi sentirei un ipocrita. Preferisco restare a casa. Vi starò ad aspettare. "Poco dopo la famiglia uscì mentre iniziò a nevicare.
Si avvicinò alla finestra e vide come il vento soffiava sempre più forte.
"Se è Natale, pensò, meglio che sia bianco". Tornò alla sua poltrona vicino al fuoco e cominciò a leggere un giornale. Poco dopo venne interrotto da un rumore seguito da un altro e subito da altri. Pensò che qualcuno stesse tirando delle palle di neve sulla finestra della sala da pranzo. Uscì per andare a vedere e vide alcuni passerotti feriti, buttati sulla neve. La tormenta li aveva colti di sorpresa e, per la disperazione di trovare un rifugio, avevano cercato inutilmente di attraversare i vetri della finestra. "Non posso permettere che queste povere creature muoiano di freddo... però come posso aiutarle? "Pensò che la stalla dove si trovava il cavallo dei figli sarebbe stato un buon rifugio, velocemente si mise la giacca, gli stivali di gomma e camminò sulla neve fino ad arrivare nella stalla, spalancò le porte e accese la luce. Però i passerotti non entrarono. "Forse il cibo li attirerà," pensò. Tornò a casa per prendere delle briciole di pane e le disseminò sulla neve facendo un piccolo cammino fino alla stalla. Si angustiò nel vedere che gli uccelli ignoravano le briciole e continuavano a muovere le ali disperatamente sulla neve. Cercò di spingerle in stalla camminando intorno a loro e agitando le braccia. Si dispersero nelle diverse parti meno che verso il caldo e illuminato rifugio. "Mi vedono come un estraneo che fa paura", pensò.
"Non mi viene in mente nulla perché possano fidarsi di me... Se solo potessi trasformarmi in uccello per pochi minuti, forse riuscirei a salvarli! "In quel momento le campane della chiesa cominciarono a suonare. L'uomo restò immobile, in silenzio, ascoltando il suono gioioso che annunciava il Natale. Allora si inginocchiò sulla neve: "Ora si, ora capisco", sussurrò. "Signore, ora capisco. Ora capisco perchè ti sei fatto uomo... "