giovedì 31 gennaio 2008

Il Seminatore e il Terreno

In quel tempo, Gesù si mise di nuovo a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: “Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un’altra cadde fra i sassi, dove non c’era molta terra, e subito spuntò perché non c’era un terreno profondo; ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. Un’altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. E un’altra cadde sulla terra buona, diede frutto che spuntò e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno”. E diceva: “Chi ha orecchi pe! r intendere, intenda!”. Quando poi fu solo, quelli che erano intorno a lui insieme ai dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli disse loro: “A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole, perché “guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano, perché non si convertano e venga loro perdonato”. Continuò dicendo loro: “Se non comprendete questa parabola, come potrete capire tutte le altre parabole? Il seminatore semina la parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando la ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro. Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono. Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l’inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto. Quelli che ricevono il seme su terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l’accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno”.
(Mc 4, 1-20)
Questo brano del vangelo ha due primarie funzioni, oltre a quella di illuminarci con la parola e l’esempio di Gesù ci spiega il significato delle parabole e il perché del loro utilizzo durante l’evangelizzazione operata dal Cristo. Lui si esprimeva in parabole, e lo evidenzia anche l’evangelista Marco, per essere compreso solo da chi aveva sete di comprendere ed essere sentito dai tanti che si limitavano solo a sentire, facendo una netta distinzione tra il captare con gli organi sensoriali e l’assimilare e custodire nel cuore e nell’anima. Il Seminatore è Gesù, il seme è la sua parola di verità, lui è disceso per seminare tutti i terreni, senza distinzione si arrampica per raggiungere anche quelli più impervi non negando a nessuno il Suo Seme di Vita. Sta a noi, terreno, recepire e saper far attecchire il Seme per raccoglierne i frutti perenni. Non tutti siamo ben disposti anche se spesso riusciamo a mutare la natura del nostro terreno, e se prima ci mostravamo “rocciosi e aridi” nei suoi confronti man mano possiamo migliorare la nostra terra, basta poco, basta tendere il nostro udito verso la sua voce, la nostra vista verso il suo volto e lasciar ammorbidire la durezza del nostro cuore…solo cosi la Sua semina troverà in noi l’habitat perfetto dove germogliare e fiorire con frutti di opere buone e di amore.

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