sabato 12 gennaio 2008

Gioiamo dei successi Altrui

In quel tempo, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea; e là si trattenne con loro, e battezzava. Anche Giovanni battezzava a Ennon, vicino a Salim, perché c'era là molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era stato ancora imprigionato. Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo la purificazione. Andarono perciò da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall'altra parte del Giordano, e al quale hai reso testimonianza, ecco sta battezzando e tutti accorrono a lui». Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stato dato dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che ho detto: Non sono io il Cristo, ma io sono stato mandato innanzi a lui. Chi possiede la sposa è lo sposo; ma l'amico dello sposo, che è presente e l'ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è compiuta. Egli deve crescere e io invece diminuire».
(GV 3, 22-30)


L'invidia è una brutta cosa, ci governa perché possiede una grossa fetta del nostro cuore. Non si ferma dinanzi a nessuno, non ha paura degli amici, dei fratelli, dei parenti, cieca ci rende simili a lei e tende ad oscurarci la vista annebbiandola. In generale non sono mai stato invidioso ne desideroso delle situazioni altrui, qualche volta ho ammirato la felicità che scorgevo dai sorrisi che incontravo ma ora ho compreso che ognuno ha la propria felicità e che, a seconda del soggetto, cambia l'effetto che essa può avere. E così se un mio amico è al settimo cielo grazie ad un qualsiasi aggeggio o un bel gruzzolo di monete io non lo potrò mai essere impossessandomi di tali cose. Per questo non provo invidia: La Mia Felicità prescinde da tutto ciò che mi circonda in senso materiale. Allo stesso modo non guardo mai con occhi languidi le abilità altrui, forse grazie a queste riesco a definire meglio le mie debolezze ed i miei limiti rendendo grazie comunque per tutto ciò che mi è stato donato e che si trova dentro la mia testa, nel mio cuore. Per esultare di gioia alla voce dello sposo bisognerebbe possedere un animo umile, un bene immenso nei confronti di costui e la nobiltà di accettare, spesso, di mettersi da parte di fronte a chi è migliore noi, riconoscerne le virtù e compiacersi: Egli deve crescere e io invece diminuire.

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