lunedì 9 giugno 2008

Le Beatitudini

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi”.
(Mt 5, 1-12)
“Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna”- Da sempre la montagna è un luogo molto gradito sia per la preghiera ed anche perché è luogo di rivelazione, ma dalla montagna è possibile amplificare ogni grido e renderlo udibile a tutti. La voce di Gesù, nel brano di oggi, è una voce di speranza ma allo stesso tempo di condanna, perché se da un lato ci istruisce insegnandoci il tragitto da compiere per giungere alle beatitudine eterne dall’altro censura ogni atteggiamento che ci tiene lontano dal percorrere questa via. Il discorso delle beatitudini è un riscatto per i quanti sono considerati gli ultimi e sono costretti a vivere ai margini, perché le nostre logiche e le nostre ambizioni scavalcano loro, il loro essere a vantaggio del nostro apparire e ci impongono come unico scopo quello di sovrastare e primeggiare. Gesù dall’alto della montagna ci invita a scendere e dall’alto della sua natura divina ci insegna a riconsiderare tutto e tutti rimettendo in discussione ogni nostra convinzione, Lui si fa esempio vivo pur di aiutarci a comprendere ciò che può aiutare a spiccare il nostro volo verso Lui. La povertà di spirito è la prima prerogativa alla quale va affiancata la purezza del cuore, di un cuore che non conosca corruzione; chi ha cuore puro ed è povero in spirito non conserva nessuna ambizione che non sia quella di piacere unicamente a Dio, è come un bimbo e conserva, come grande tesoro, la propria “infanzia spirituale” allontanando da se ogni contaminazione, liberando ogni anfratto del suo cuore da tutti i legami materiali, pronto ad accogliere l’amore di Dio e viverlo costantemente. Con queste due caratteristiche , credo, sia possibile acquisire, poi, le altre virtù che degnamente ci avvicinano alla “ricompensa nei cieli”: essere pazienti, miti, saper sopportare le afflizioni e persecuzioni, essere misericordiosi, avere fame e sete di giustizia ed operare la pace, sono doni raggiungibili solo se riusciamo ad incarnare e vivere totalmente il suo amore, mostrando cuore e spirito pienamente affidati alla sua volontà e maestria, solo così possiamo avvicinarci a Lui ed essere degni di ereditare il dono promesso: Il regno dei cieli. Signore donaci di vivere secondo la tua parola, la tua voce ci giunga sempre forte e diretta al cuore come unica forza capace di farlo battere conservandolo puro, umile e forte ai tuoi occhi e secondo la tua volontà.

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