sabato 21 giugno 2008

Non affannatevi per il domani

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammóna. Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena”.
(Matteo 6,24-34)
E' un mio sogno poter vivere senza preoccupazione alcuna non perchè sia un pigro o perchè mi voglia tirare indietro ma per il semplice fatto che riconosco, in molti gesti che compiamo, delle azioni inutili, ripetitive e fredde. Da mesi sperimento ciò che Gesù illustra oggi ai suoi discepoli e cioè vivere la vita per quello che è senza preoccuparsi di come sarà il domani e di ciò che sarà di noi. Non è un gesto da sprovveduti ma un affidarsi alla divina provvidenza e all'idea di poter vivere come "gli uccelli del cielo" e "i gigli del campo". E' ovvio che, per poter vivere decentemente, è necessario far ricorso al denaro ma l'importante è non affidar ad esso il compito d'essere il nostro ed unico dio, detentore della nostra persona! Purtroppo spesso è possibile cadere nella trappola dei suoi meccanismi, io personalmente dico grazie al Signore d'avermi liberato dalla ragnatela di questo abile tessitore. Ed invidio gli uccelli ed i gigli e chi come loro riesce a vivere con poco, mantenendo limpidi gli occhi e il cuore concentrati solamente nella ricerca della Verità e della Vera Gioia: Il Regno di Dio. Non dobbiamo quindi affannarci per il domani, dobbiamo indirizzare il nostro interesse esclusivamente alla ricerca di questo Regno per poter così servire un solo Dio che non è il denaro ma Colui che "in aggiunta" ci darà all'infinito molte più cose che mai avremmo potuto acquisire staccando assegni! Cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Tranquilli, "il Padre nostro celeste sa che ne abbiamo bisogno" ecco perchè ci dona quotidianamente se stesso: per mangiare il suo corpo, bere il suo sangue e rivestire le sue vesti ed essere degni di trovare il Suo Regno e la sua Giustizia.

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