venerdì 6 giugno 2008

Davide stesso lo chiama Signore: come dunque può essere suo figlio?

In quel tempo, Gesù continuava a parlare, insegnando nel tempio: “Come mai dicono gli scribi che il Messia è figlio di Davide? Davide stesso infatti ha detto, mosso dallo Spirito Santo: ‘‘Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici come sgabello ai tuoi piedi’’. Davide stesso lo chiama Signore: come dunque può essere suo figlio?”. E la numerosa folla lo ascoltava volentieri.
(Marco 12,35-37)

Davide stesso lo chiama Signore perché ancor prima d’essere uomo Gesù è Figlio di Dio quindi nostro Signore. In questo brano afferro un sottile invito, celato quasi, a non abbandonare mai il timore nei suoi confronti inteso come amore e rispetto nel riconoscerlo come unico Signore. Il fatto che sia disceso rivestendosi della nostra stessa carne non ci autorizza a rapportarci in maniera superficiale, ma dobbiamo prostrarci a Lui con spirito contrito abbandonando le vesti di orgoglio e vanità, con la sua medesima umiltà: “il quale, pur essendo di natura divina,non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso,assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini;apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce”…

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