martedì 17 giugno 2008

Amate i vostri nemici.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”.
(Matteo 5,43-48)
Quello che Gesù oggi ci chiede è un gesto straordinario anche se ai nostri occhi può sembrare qualcosa di impossibile e irrealizzabile. Ancora una volta Lui rimette in discussione l’insegnamento che avevamo già inteso e lo fa allo scopo di arricchirlo e renderlo ancora più giusto e completo agli occhi di Dio. Amare il prossimo come se stessi già ci costa una fatica immensa, anche se, come dice Gesù, “cosa fate di straordinario?” è facile amare chi ci ama nonostante le incomprensioni spesso ci fanno desistere dal farlo in modo incondizionato. Lui, ora, vuole metterci in condizione di ampliare questo insegnamento per condividere con noi la giustizia e l’amore che sono stati suoi al momento della Crocifissione, vuole che anche noi preghiamo per i nostri nemici chiedendo per loro misericordia e perdono “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”: in punto di morte, trafitto e inchiodato, deriso ed umiliato Cristo pregò per chi si rese autore di tanta crudeltà e lo amò a tal punto da morire per i suoi peccati. Lo fa in nome della giustizia divina implorando il padre suo, misericordioso con tutti, “che fa sorgere il sole sopra i malvagi e sopra i buoni e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti” ma che, al momento opportuno, giudicherà secondo quanto fatto. Con questa preghiera Gesù si affida al Padre rassicurandoci del fatto che se ci affidiamo anche noi al suo volere e alla sua giustizia, abbandonando ogni nostro atteggiamento di giudici supremi, non saremo mai delusi. Non spetta a noi sentenziare, l’unica cosa che ci viene chiesta è di essere “perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli”, straordinari nell’amare il prossimo sia esso un giusto o un malvagio facendo sorgere il nostro amore e piovere la nostra carità su entrambi. Un’impresa non tanto facile da compiere, solo con il Tuo aiuto possiamo essere veramente giusti , testimoni ed esempio vivo di quel tuo amore che hai riversato su di noi con il tuo sangue prescindendo dal nostro essere “buoni o malvagi”.

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