lunedì 24 novembre 2008

Questa vedova, povera, ha messo più di tutti

Luca 21,1-4
In quel tempo, mentre era nel tempio, Gesù, alzati gli occhi, vide alcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro. Vide anche una povera vedova che vi gettava due spiccioli e disse: “In verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti. Tutti costoro, infatti, han deposto come offerta del loro superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere”.
Agli occhi del Signore non conta la quantità ma la qualità, specialmente se alla quantità non è stata minimamente affiancata la qualità che può rendere prezioso ogni nostro gesto; ciascuno di noi, quindi, è chiamato a donarsi per quello che realmente è. Ogni nostro dono, ogni nostra offerta, se fatti col cuore, con fede, carità ed umiltà rappresentano già il massimo solo perché nati dal nostro minimo, dalla nostra piccolezza e racchiudono parti di ciò che di più importante possediamo: la Vita. Donare la propria vita non deve far pensare solo all’atto eroico ed estremo di sacrificarla ma deve esser visto come un continuo morire a se stessi, morire all’orgoglio, morire alla voglia di supremazia per ricominciare a vivere sotto una luce nuova, sotto una prospettiva che cambia sia la nostra visione delle cose e delle persone che la nostra capacità di valorizzarle. La vedova ha dato tutto ciò che aveva per vivere ed ha dato più di ogni altro ricco, anche se le sue monete sono poca cosa in confronto alle ricchezze degli altri, quello che conta è il gesto, la natura stessa del gesto e tutto il sentimento che sta dietro il compierlo; il Signore non si accontenta dei nostri tesori materiali, non sa che farsene, sono il “superfluo” , lui mira a possedere un tesoro di inestimabile valore ma per arrivare a possederlo occorre che ciascuno lo doni e per donarlo è necessario che noi stessi ci rendiamo conto di custodirlo, di possedere una così grande ricchezza. Se, infatti, accettiamo e riconosciamo d’essere dono di Dio allo stesso tempo affidiamo alle Sue mani la custodia di questo dono, alla Sua volontà il destino della nostra stessa vita, e la salvezza, quindi , sarà inevitabile, perché Lui vuole il meglio per noi e allo stesso modo vuole il meglio da noi. La sua volontà non deve esser vista come una mania o una voglia di possederci ad ogni costo, noi siamo già suoi, con la nascita e con la morte ce lo ricorda costantemente, Lui vuole semplicemente la nostra vita, non per renderla piatta, triste, imprigionata dietro alle “sbarre” di rigide regole e divieti, ma al contrario per salvarla. Aderire al messaggio di Cristo non è un gesto estremo di “folli” che rinunciano ad un’esistenza serena e felice o di chi dice addio alla vita perché, per nostra fortuna, c’è una gioia che va oltre la vita che attualmente viviamo, c’è una felicità che ci accompagnerà anche dopo e c’è una vita che non potrà mai avere fine, una realtà della quale è già possibile pregustare la dolcezza, se solo lo vogliamo. Accettiamo per prima cosa ciò che siamo, riscoprendo nel nostro Essere la piena volontà del Padre ed in quest’ottica sviluppare così una predisposizione del cuore al cambiamento e una sete di verità, dell’unica verità esistente. Non guardiamo, quindi, l’offerta fatta dagli altri, non possiamo ne dobbiamo esserne invidiosi, perché ciascuno di noi è un dono unico se solo riusciamo ad orientare totalmente il nostro pensiero e il nostro vivere all’idea concreta dell’essere Dono, grande nella sua miseria. Non occorre compiere prodezze basta essere sinceri con se stessi e con Dio ed affidare a Lui la nostra materia, donare a Lui la nostra vita come così com’è, riconoscendo le nostre mancanze e le nostre debolezze e confidando nella sua immensa misericordia “Tu vuoi la sincerità del cuore e nell’intimo mi insegni la sapienza”. Ecco il dono più grande, ecco il dono degno d’esser chiamato offerta, “uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto ed umiliato tu o Dio non disprezzi” e Dio agli olocausti predilige il nostro cuore purché sia cosciente e consapevole. Preghiamo il Signore perché ci dia il coraggio di riporre tutto nelle sue mani e la nostra stessa vita, la nostra volontà e i nostri desideri siano in armonia perfetta con i suoi pensieri e con il disegno divino dentro il quale ha sapientemente tracciato i contorni della nostra esistenza.

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