sabato 22 novembre 2008

Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi

Luca 20,27-40
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducei, i quali negano che vi sia la risurrezione, e gli posero questa domanda: “Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli. Da ultimo anche la donna morì. Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie”. Gesù rispose: “I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell’altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui”. Dissero allora alcuni scribi: “Maestro, hai parlato bene”. E non osavano più fargli alcuna domanda.

Come sempre le domande rivolte el Maestro nascondono il tentativo di metterlo in difficoltà, ma stavolta la risposta data agli scribi e ai sadducei è davvero esauriente "Maestro hai parlato bene". "Dio non è Dio dei morti ma dei vivi; perchè tutti vivono per lui" con questa affermazione fatta da Gesù scompare la negazione della risurrezione o meglio cambia l'idea che questi avevano della risurrezione stessa. E' inevitabile dover abbandonare il proprio corpo al momento della morte perchè è impossibile accedere all'altro mondo con le zavorre che ci trasciniamo dietro in questa vita. Ci paragona agli angeli "essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio" e comegli angeli saremo liberi, leggeri,puri, e il nostro volto brillerà perchè costantemente in contatto con la Luce eterna. Nell'altro mondo non saremo ne ricchi ne poveri, ne belli ne brutti, ne neri ne bianchi, ne moglie ne marito, ma ciascuno di noi sarà ciò che è stato capace di edificare in vita; per essere giudicati degni quindi occorrono un costante "lavoro" un'intensa attività che abbiano come scopo quello di giungere Vivi al cospetto del Padre, Dio dei vivi. Non vi sarà differenza alcuna perchè la giustizia divina e la misericordia di Dio non hanno confini; grazie Gesù che ci doni, col tuo esempio, la strada da percorrere e con la tua Parola una guida sicura per non cadere e perdersi.

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