mercoledì 22 ottobre 2008

22 ottobre 2007 - 22 ottobre 2008

Rm 4, 20-25
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani.
Fratelli, della promessa di Dio Abramo non esitò con incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento. Ecco perché gli fu accreditato come giustizia. E non soltanto per lui è stato scritto che gli fu accreditato come giustizia, ma anche per noi, ai quali sarà egualmente accreditato: a noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore, il quale è stato messo a morte per i nostri peccati ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione.

Lc 12, 13-21

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, dì a mio fratello che divida con me l'eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni». Disse poi una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio»


Saranno state queste parole, un anno fa, che hanno contribuito a farmi diventare quello che sono oggi? Ad un anno di distanza non credevo affatto di ritrovarmi nello stesso posto, alla stessa ora. Forse l'avrei chiamata coincidenza ma ora, comprendendo la trasformazione che c'è stata, non posso credere alle coincidenze ma credo pienamente nel disegno di Dio e nella sua immensa potenza e misericordia. Un anno fa ero in quella chiesa, mi ci trovavo per puro caso ed ho assistito ad una delle messe più belle e sentite della mia vita; sarà stata la mia prima vera messa, con poca gente e con una cerimonia semplice, ma forse è stata questa atmosfera intima e silenziosa che mi ha fatto scoprire il vero protagonista di una messa: Gesù Cristo, che a braccia perte e le mani trapassate dai miei chiodi, mi attendeva, offrendomi il suo amore ed io, con tutta la mia miseria, non ho resistito alla grandezza di tanta misericordia e non ho esitato ad offrire l'unica cosa che di prezioso avevo, il mio cuore. E' stato un dono spontaneo quasi doveroso, non sapevo come ricambiare tanta gentilezza e tanto calore. Non potevo mettere nel cestino delle offerte monete o banconote di carta, a Lui occorreva ben altro, forse era venuto a riprendersi ciò che gli apparteneva e che per anni era stato, invece, soffocato dal peccato e dal torpore. Abramo non esitò e nemmeno io l'ho fatto cosciente di essere comunque fragile, debole, incostante e peccatore.
Oggi sono tornato nella stessa chiesa, sempre per puro caso, dopo l'invito di due persone speciali! Mi sono ricordato al volo che era il 22 Ottobre, iniziando, così, a ringraziare Dio per l'abilità che ha di tessere trame fantastiche al limite dell'immaginabile. Un anno è trascorso, uno dei più belli della mia vita. Potrei ricordare le tappe cruciali ma forse devo riconoscere la cosa essenziale, il primo grande traguardo: quest'anno mi ha cambiato profondamente. Quello che mi disse il Vangelo "Chi accumula tesori per se non arricchisce davanti a Dio" piano piano si è avverato. L'impoverimento di me stesso, che credevo fosse un lieve esaurimento nervoso, col tempo è divenuto un salutare abbandono di tutte le cose inutili e di ogni certezza che per anni mi avevano allontanato da Cristo. Ogni desiderio sembrava assopito, ogni voglia addormentata, avevo perso l'interesse per tutto ciò che avevo praticato fino ad allora e altri orizzonti si delineavano: scoprivo e assaporavo la vera gioia e gustavo, come seduto comodo in cima al Tabor, lo splendido spettacolo della manifestazione di Cristo nella mia quotidianità. Lo vedevo ovunque, nella natura e di lui mi ricordavo anche nel compiere semplici gesti; come un innamorato che pensa all'amata! Una sensazione splendida era come se niente al mondo più esisteva e molto spesso anche il mondo stesso perdeva la sua importanza. Parlo del mondo in senso figurato, mi riferisco a tutte le cose effimere di cui, a causa nostra, è pieno! E il mio mondo era un mondo a parte fatto di preghiera, meditazione, letture e di messe quotidiane; di corsa andai a comprare una Bibbia iniziando a leggere giorno dopo giorno il passo del vangelo della giornata non perdendo l'occasione di partecipare alla messa, la prima che mi capitava! Oggi sono qua e continuo la mia strada. Non credo ai miei occhi ancora, dato il mio essere spesso incostante, e trovo impressionante la costanza che mi porta ad essere sempre più felice nel compiere tutto ciò. Non è un obbligo ma una necessità. Spero che non venga mai a mancarmi questa sete e fame affinché possa essere sempre vigile e attento nel vegliare e nell'attendere il Padrone. Festeggio così il mio primo anno, non c'era altro modo, ringraziando il Padre che mi ha riaccolto rinnovando in me, con la forza dello Spirito Santo, la Sua presenza e pregando affinché non mi venga mai a mancare il Suo sostentamento perché tutti gli anni che vorrà donarmi siano come questo trascorso e caratterizzati da una continua crescita verso ciò che per me è stato prestabilito per me.

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