sabato 17 gennaio 2009

Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati

Marco 2,13-17
Uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli li ammaestrava. Nel passare, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Egli, alzatosi, lo seguì. Mentre Gesù stava a mensa in casa di lui, molti pubblicani e peccatori si misero a mensa insieme con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi della setta dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Come mai egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei peccatori?». Avendo udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori».


.... Sono venuto per chiamare i peccatori! I malati, ed è davvero difficile, direi impossibile, guarire da questa malattia. Prendere coscienza di ciò significa anzitutto riconoscersi per quello che si è, e valutare la propria condizione per iniziare realmente ad abbassare la cresta, sedare la nostra lingua, facendo a meno di giudizi gratuiti su nostri fratelli. Lui è il medico che si prende cura di chi però si riconosce malato, non è venuto per i sani o per chi si reputa tale, perchè chi si auto convince di ciò non porta nel cuore il vero messaggio di Cristo ma lo vive esternamente come tutti gli scribi e farisei che si sono scandalizzati! Non scandalizziamoci dei peccati commessi dai nostri fratelli piuttosto iniziamo a vedere la scandalosa cecità che ci porta a non vedere le nostre mancanze, i nostri difetti, e la nostra convinzione d'essere perfetti. Non dobbiamo essere noi a dirlo, il nostro compito è essenzialmente quello di metterci a nudo e spogliarci e dare fiducia affidandoci a Colui capace di guarire veramente le nostre ferite e trasformarci in discepoli pronti a testimoniare il grande Amore che ci ha liberati dalla schiavitù e dalle tenebre.

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