martedì 13 luglio 2010

Nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne e la terra di Sòdoma saranno trattate meno duramente di voi.

Matteo 11,20-24

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite:
«Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».

Cosa mai può celarsi dietro un prodigio, un segno, un intervanto forte di Dio nella nostra storia? Di certo non ha lo scopo di assecondare la nostra bramosia di miracoli ma al contrario Dio interviene per elevarci ad uno stadio superiore del cammino verso l'incontro con Lui. La nostra sordità, però è un grande ostacolo, e come Cristo rimprovera le città nelle quali erano avvenuti i suoi prodigi così oggi estende a ciascuno di noi questo rimprovero per scuoterci e svegliarci, mai per punirci. Chi vede dietro queste parole un accenno di minaccia sbaglia solo a pensare ciò, e se si ha una concezione errata di Dio stesso come possiamo pretendere di coglierne i segni e convertirli in bene per noi? Il grande segno la Croce ancora oggi ci scandalizza perchè ancora oggi non riusciamo a cogliere l'immenso amore che c'è dietro una sofferenza a tratti ingiusta e inspiegabile; lo testimonia il rapporto che abbiamo con il dolore e con la sofferenza, trattati come spauracchi, come situazioni da tener lontane e spesso da evitare. La conversione vera passa anche attraverso questi prodigi! I miracoli non sono solo quelli che apportano una guarigione, ma dietro una prova, una sofferenza c'è la massima concentrazione d'Amore divino, la volontà di Colui che ci mette alla prova, che testa la nostra fede per donarci poi qualcosa di infinito e immenso: da subito la consapevolezza dell'essere Nulla "vestiti di sacco e cosparsi di cenere" in futuro la speranza che è certezza dell'essere uniti al Tutto "Eredi di Dio coeredi di Cristo".

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