sabato 21 febbraio 2009

Si trasfigurò davanti a loro

Marco 9,2-13
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè, che discorrevano con Gesù. Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: “Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!”. Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. Poi si formò una nube che li avvolse nell’ombra e uscì una voce dalla nube: “Questi è il Figlio mio prediletto: ascoltatelo!”. E subito, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risuscitato dai morti. Ed essi tennero per sé la cosa, domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti. E lo interrogarono: “Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elia?”. Egli rispose loro: “Sì, prima viene Elia e ristabilisce ogni cosa; ma come sta scritto del Figlio dell’uomo? Che deve soffrire molto ed essere disprezzato. Orbene, io vi dico che Elia è già venuto, ma hanno fatto di lui quello che hanno voluto, come sta scritto di lui”.
Sul monte tabor Pietro si rende conto di chi realmente è Gesù anche se rimane turbato e confuso ma comprende che un giorno potrà divenire una cosa sola con Cristo. Ecco perchè propone di sistemare solo tre tende, una per Mosè una per Elia e una per Gesù… e loro tre, Pietro, Giacomo e Giovanni, messi insieme in un unico corpo glorioso. Il regno dei cieli è davvero così ma è impossibile viverlo qui in terra, forse possiamo assaggiarne la prelibatezza ma in breve tempo la nostra natura umana ci chiama a vivere per quello che siamo: uomini tra gli uomini, figli di Dio in mezzo,spesso, alla malvagità assoluta. Non possiamo rimanere inerti in cima monte ma dobbiamo lottare giornalmente per guadagnare quel posto in prima fila da dove godere, poi, la visione eterna del suo volto! Gesù ordina di non dire a nessuno ciò che i tre discepoli hanno visto, non prima della risurrezione dalla morte, non prima cioè della grande manifestazione, il gesto grandioso che non lascerà nessun dubbio sulla vera natura di Cristo! Ciascuno di noi è chiamato a conoscerlo personalmente, senza basare la propria fede su quanto raccontato ma bensì su quanto di vero siamo riusciti a comprendere grazie alla sua immensa bontà! Mi domando se Gesù seleziona chi deve assistere alla sua trasfigurazione e quindi sceglie i fortunati, oppure riserva ad ognuno di noi una trasfigurazione? Credo che la seconda opzione sia la più probabile solo per il fatto che ognuno di noi ha un posto riservato nel regno dei cieli, se si crede in questo il cuore è pronto ad ammirare la trasfigurazione, ad assistere a questo evento che inevitabilmente cambierà il corso della vita e il senso stesso di essa... Scendiamo dal tabor anche se faticoso.. La speranza di ritrovare lui in cima ci spinga a non desistere mai, ma anzi a lottare per riuscire a compiere questa scalata e bearci in eterno nel suo splendore.

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