lunedì 25 ottobre 2010

Questa figlia di Abramo non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?

Luca 13,10-17 -

In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta.
Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.
Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato».
Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?».
Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.

Dinanzi all'ascolto della Parola ci sono molteplici reazioni, differenti a seconda di chi l'ascolta perchè cambia il modo di "sentirla" e farla propria. Chi accetta di ascoltare sa in partenza d'essere bisognoso e quindi di mancare in qualche cosa, come l'atteggiamento della donna curva su se stessa che non riesce a stare dritta perchè le manca il giusto appiglio sul quale aggrapparsi; chi invece non ascolta, rifiuta anche la comprensione di ciò che vien detto provando vergogna per un discorso all'apparenza senza alcun senso. Ricordiamoci che la tattica di Gesù sta proprio in questo, nel parlare in "parabole" e rendere la Verità celata dietro un discorso complesso ma limpido solo per chi ha un cuore capace di vedere oltre.. certamente i suoi avversari non posseggono questo tipo di cuore che dritti sulle loro certezze non vogliono prendere atto della loro vera condizione ma continuare un'esistenza “santa” solo perchè in comunione con le prescrizioni ma totalmente distante da quella che è l'esperienza nuova di Cristo, dall'amore e dalla misericordia. Cristo viene ad abolire il tempo, ad abolire i giorni, a perfezionare e completare la legge rendendola viva grazie alla sua Parola e alla carità, che devono essere le basi da dove, poi, far partire un vero cammino di adesione. Non c'è salvezza nella legge ma nella legge dell'amore, e quale amore è più grande di quello di Gesù, che non bada di infrangere le regole pur di salvare ciascuno di noi? "Gesù la vide, la chiamò a sé e le Impose le mani e subito quella si raddrizzò" rendiamoci visibili agli occhi di Gesù rendendoci visibili ai nostri stessi occhi, scrutando nell'intimo ciò che siamo e sentirci costantemente chiamati da Lui che altro non aspetta se non di imporre le sue mani e guarire le nostre malattie pronti ad “esultare per tutte le meraviglie da lui compiute”.

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