mercoledì 3 marzo 2010

Lo condanneranno a morte

Matteo 20,17-28

In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».
Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».


Il calice al quale fa riferimento Gesù è l'offerta che lui stesso sta per portare a compimento sulla Croce. All'annuncio della passione e morte è inevitabile avvertire un senso di smarrimento, ed ecco che la madre di Giacomo e Giovanni, così come gli altri dieci, ha una reazione che merita l'ammonizione di Gesù. C'è da considerare il fatto che egli "indossa" la veste dell'uomo e come tale non sta a lui concedere nel senso che all'uomo è data la libertà di chiedere ma a Dio la grande misericordia di concedere. L'uomo deve limitarsi a bere il calice e scoprirne il vero gusto, il vero significato. Non siamo capaci di gustare perchè impauriti dall'amaro della sofferenza, e chiediamo continuamente di tenere lontano da noi questo calice, come Gesù nel Getsemani, non curandoci minimamente della Volontà di Dio, di Colui che solo può "concedere" e disporre della nostra vita. Noi non sappiamo ciò che chiediamo, perchè non viviamo già da ora ciò che sogniamo di vivere in eterno, senza la misericordia verso i fratelli, senza la carità, senza l'umiliazione, senza il servizio, come possiamo pretendere d'essere innalzati nella Gloria? Signore sia la tua volontà e non la nostra!

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