lunedì 6 ottobre 2008

Chi è il mio prossimo?


Luca 10,25-37

In quel tempo, un dottore della legge si alzò per mettere Gesù alla prova: “Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?”. Gesù gli disse: “Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?”. Costui rispose: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso”. E Gesù: “Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai”. Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è il mio prossimo?”. Gesù riprese: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall’altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all’albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?”. Quegli rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”. Gesù gli disse: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso”.
"E chi è il mio prossimo?" Il mio prossimo è colui che incontro per strada ad elemosinare un sorriso, il mio prossimo è chi, divorato dalla solitudine, attende una mia carezza, il mio prossimo e colui che tende la mano per condividere un dolore immenso ma alleviato se portato in due, il mio prossimo è colui che mi calunnia e con odio getta fango sulla mia persona, è lui che più di ogni altro necessita delle mie preghiere e delle mie cure, lui che si aspetta da me il medesimo comportamento e che invece rimane colpito dall'amore che sono disposto a donargli morendo a me stesso, annientando il mio orgoglio per lasciar spazio a quella misericordia che fu di Gesù e che, tramite la sua Parola, Lui ci trasmette. Ereditare la vita eterna significa viverla già in terra, un'esistenza proiettata unicamente verso la Legge e verso tutto ciò che ci sta scritto; saperla leggerla è saperla incarnare con opere intrise di carità umiltà e amore. "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso", spesso mi ritrovo ad amare il prossimo più di me stesso perché in lui vedo Colui che ha creato e messo in circolo questo grande amore e che, costantemente, con la forza dello Spirito Santo e la Sapienza della sua Parola lo rafforza e lo rinnova. Signore aiutaci a ritrovare sempre Te nel prossimo che ogni giorno ci metti accanto, possa la nostra opera servire a glorificare il Tuo Nome e ad illuminare con il riflesso della tua luce i tanti che vivono nel buio più pesto.

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