sabato 19 dicembre 2009

La nascita di Giovanni Battista è annunciata dall’angelo

Luca 1,5-25

Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso.
Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».
Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo».
Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».



"Non temere" Questa espressione e la stessa che l'angelo rivolgere a Maria nell'Annunciazione, quindi in fondo è lecito provare un di timore, "paura" in questi momenti cosi speciali. A dare naturalezza e purezza a questo timore è l'umiltà ora di Zaccaria poi della Vergine che, chiamati dal Signore, si sentono non adatti alla missione che sta per affidare: Zaccaria si preoccupa dell'età avanzata e Maria del fatto che ancora non era andata a vivere con Giuseppe entrambi insomma non avevano ancora sperimentato la potenza dello Spirito Santo che utilizza questi due "grembi" umili e puri per dare vita al grande progetto della Salvezza. Di certo ai giorni nostri le cose sono un cambiate ed anche l'Angelo ha preso sembianze diverse, basta saperlo riconoscere e, per non rimanere muti, dire "Si" senza esitazioni forti nella fede...e divenire noi stessi "grembi" dove concepire, accogliere e dare alla luce, quotidianamente, la Luce.

martedì 15 dicembre 2009

È venuto Giovanni e i peccatori gli hanno creduto

Matteo 21,28-32
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».


Chi guarda solo a sé stesso difficilmente si accorge di ciò che accade nelle vicinanze, ancor più se una Novità ti invita a cambiare totalmente vita!! "Dove ha abbondato il peccato sovrabbonda la grazia" perchè appunto si è stati capaci di scrutare il proprio cuore e di riportare alla luce, grazie alla Luce, quel peccato che ostacolava e che divideva; "i pubblicani e le prostitute vi passano avanti" perchè sono riusciti a fermare la discesa verso la tomba ascoltando e tendendo la mano a Colui che salva, alla conversione totale del cuore. Quindi fa la volontà del padre chi si pente, chi si spoglia, chi cambia vita e si umilia e al contrario sarà abbassato chi crede solo nelle proprie forze e chi si illude di salvarsi per il proprio vigore!!

venerdì 11 dicembre 2009

Non ascoltano né Giovanni né il Figlio dell’uomo

Matteo 11,16-19

In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».



" A chi possiamo paragonare questa generazione?" se non a noi stessi, al nostro cuore spesso privo di input e sensazioni? Quante volte Gesù ci passa accanto e nemmeno ci rendiamo conto perchè impegnati a cercarlo chissà in quale angolo del mondo, in quale santuario "alla moda". Per trovare Gesù il primo passo è cercarlo nel cuore, nel nostro intimo e poi testimoniarlo e rendergli lode nei santuari, nelle piazze, per strada. Non c'è vera testimonianza se non si riesce a vivere ciò che si vuol trasmettere perchè si capisce quando la bocca e le parole sono scollegate dal cuore e quindi dalla Sapienza che tutto governa. Gli alberi si riconoscono dai frutti, così noi saremo riconosciuti in base alle opere e non di certo per le parole che riusciamo abilmente a mettere insieme: oltre la forma ci deve essere la sostanza e non c'è sostanza senza Cristo, non c'è Sapienza se non c'è Ascolto. Occorre ammorbidire la corazza che soffoca gli occhi della nostra anima, occorre far pulizia attorno ad essa, estirpare rovi che la rendono immobile e lasciare che spicchi il volo verso la Luce. " ..è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri.(Rm 13, 11-14).

mercoledì 2 dicembre 2009

Gesù guarisce molti malati e moltiplica i pani

Matteo 15,29-37


In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele.
Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?».
Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.




Portare dinanzi al Signore le nostre debolezze e fragilità è un grande atto di fede e di lealtà; Lui che già conosce tutto di noi ci mette in condizione di conoscere, ora, noi stessi la nostra stessa natura. A Lui ci rivolgiamo per essere guariti e Lui lodiamo dopo aver avuto la guarigione che tanto aspettavamo: quella del cuore. Dall'alto del monte egli ci chiama e ci sana, è dal monte che ci rivela la Sua vera natura quella che ci invita a condividere per l'eternità. La compassione di Cristo verso di noi è la sua misericordia nei confronti di chi ha compreso e ora si appresta a Vivere anziché sopravvivere di stenti. Ecco perché non vuole che rimandarci digiuni, ha paura che durante il cammino veniamo meno per la fame, ha a cuore la nostra sorte e non vuole che nessuna pecora venga smarrita o perduta per la fame: spezza il pane moltiplicandolo affidando a noi la missione d'essere Pane e di testimoniare ai fratelli l'amore conosciuto nella montagna della rivelazione. O Signore aiutaci a non smarrirci durante la discesa verso la quotidianità, ma siano le prove di ogni giorno a darci forza ed essere vincitori in nome tuo!